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Luglio 2023, Anno XV, n. 7

Emmanuele F.M. Emanuele

Un Uomo Rinascimentale

La frase da me utilizzata spesse volte per indicare la mia attività negli anni successivi alla carriera professionale, dall’età di 60 anni in avanti, si deve al qualificarsi di essa proprio come restituzione di ciò che, nel miracolo della mia vita, avevo avuto.

Telos: “Dopo aver ricevuto tanto in più di 50 anni di carriera lavorativa ho capito che era arrivato il momento della fase della restituzione”. Cosa si è concretizzato grazie a questa Sua urgenza?

Emmanuele Emanuele: Ho sempre pensato, anche durante la mia carriera universitaria, professionale e di amministratore di aziende pubbliche e private, che il successo che aveva arriso al mio lavoro consentendomi, al mio arrivo dalla natìa Sicilia negli anni ’60, di immettermi in un contesto nazionale ed internazionale quasi immediatamente al più alto livello, avesse del miracoloso. Pertanto, la frase da me utilizzata spesse volte per indicare la mia attività negli anni successivi alla carriera professionale, dall’età di 60 anni in avanti, si deve al qualificarsi di essa proprio come restituzione di ciò che, nel miracolo della mia vita, avevo avuto. E, a tal fine, ho individuato i settori più bisognosi della società, nell’epoca drammatica che viviamo oggi: il settore della sanità con le patologie spesso ignorate e conseguentemente non assistite, quindi bisognose di una ricerca scientifica specialistica; l’aiuto ai meno fortunati, che molto spesso e sempre più si sta concretando nell’esigenza di sopperire al bisogno alimentare, specialmente nelle regioni meridionali d’Italia e mediterranee; l’istruzione, elemento fondamentale per consentire il superamento delle barriere frapposte tra classi sociali, gruppi etnici e religiosi, così come la cultura: essi sono diventati gli obiettivi a cui ho voluto indirizzare il mio vivere, contribuendo in maniera determinante a non fare dissolvere il patrimonio economico dell’antica Cassa di Risparmio, e prima ancora dell’antichissimo Monte di Pietà, e attraverso la Fondazione – dapprima Fondazione Cassa di Risparmio di Roma e poi Fondazione Roma tout court, da me costituite – fare in modo che gli utili generati dal brillante utilizzo delle risorse economiche fossero indirizzati ai settori di cui sopra.

Scienza e salute sono quindi centrali nella Sua vita di filantropo, ma l’Arte e la cultura tutta non lo sono da meno. Ci racconta gli ultimi progetti che ha realizzato?

Nel campo della salute, trent’anni fa pensai di creare l’Hospice dei malati terminali per consentire di assistere gratuitamente le persone negli ultimi 30 o 50 giorni di vita. Questo mio progetto venne demonizzato, in quanto all’epoca le cure palliative non erano ancora ufficialmente state inserite nel nostro sistema sanitario nazionale, e fu visto con una connotazione negativa che ha portato alla caratteristica costante del mio vivere: la solitudine. E poi quelle patologie per cui non esistono risposte di tipo curativo, quali la SLA e l’Alzheimer, che mi hanno visto realizzare delle sedi finalizzate ad accogliere gratuitamente i pazienti colpiti da queste malattie. Ancora, l’assistenza nel campo oculistico, contribuendo in maniera massiva da trent’anni all’attività della Fondazione Bietti, oggi una realtà d’eccellenza nel mondo per la cura del glaucoma. Di recente, ho contribuito a studi all’avanguardia in campo sanitario, di cui cito solo alcuni esempi: il CEMAD, struttura avveniristica del Policlinico Gemelli di Roma per la diagnostica ed il trattamento delle patologie acute e croniche dell’apparato digerente, che ha di recente ricevuto riconoscimenti di livello internazionale; il MEBIC, Consorzio interuniversitario nato dalla collaborazione con l’Università degli Studi Tor Vergata e l’Università Telematica San Raffaele di Roma, con lo scopo di studiare la forma delle cellule ingrandite milioni di volte, per approfondire gli effetti dei farmaci, l’interazione tra molecole e gli effetti della riabilitazione a livello molecolare e cellulare; la collaborazione con gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO), che abbiamo dotato di un microscopio confocale di ultima generazione, da utilizzare nella ricerca traslazionale e nella medicina di precisione. Per quanto riguarda la cultura, ho trasformato gli spazi di Palazzo Cipolla, un tempo dediti all’attività bancaria, in una sede espositiva, dove dal 1999 ad oggi ho realizzato 59 mostre temporanee – con cui ho voluto approfondire l’arte e la cultura di mondi lontani (la Cina, l’India, il Giappone, la Russia, gli Stati Uniti), ma anche indagare sul connubio fecondo tra l’arte e le nuove tecnologie (Quayola, Ipotesi Metaverso) – che si aggiungono ad un’ulteriore cinquantina di esposizioni nel Meridione d’Italia e all’estero; parallelamente, ho implementato negli anni la Collezione Permanente della Fondazione Roma, che ho voluto raccogliere in uno spazio espositivo ad hoc presso Palazzo Sciarra e che annovera opere d’arte dal ‘400 ad oggi, inclusa un’innovativa sezione contemporanea dedicata alla street-art. A questo proposito, una delle realizzazioni a cui tengo maggiormente è il museo a cielo aperto di Tor Marancia: presso il Lotto 1 di questo quartiere popolare di Roma, nel 2015 ho sostenuto il Progetto denominato ‘Big City Life’, che ha coinvolto ben 22 street-artist provenienti da 10 diversi Paesi del mondo. Hanno dipinto le facciate delle palazzine come fossero maxi-tele, dando vita ad una riqualificazione urbana unica nel suo genere, che ha trasformato l’area residenziale in un variopinto distretto artistico.

Stiamo vivendo quelle che, ogni volta, ci appaiono rivoluzioni epocali. Si susseguono ad una velocità mai sperimentata prima. Attraverso i Suoi occhi colti, pieni di vita vissuta intensamente, quali pensa siano i veri cambiamenti e quali solo effimere chimere?

Se c’è una caratteristica predominante della storia dell’umanità, è quella di essere stata connotata da continui e incessanti cambiamenti che, però, negli ultimi tempi si sono fatti più rapidi e dalle conseguenze sempre più importanti e trasversali. Stiamo, infatti, vivendo la rivoluzione digitale, strettamente connessa al progresso tecnologico, alla comparsa di internet e della connessione globale, nonché all’espansione vertiginosa della robotica e dell’intelligenza artificiale. Utilizzando un’immagine sintetica ma significativa, stiamo passando dall’uomo ‘analogico’ all’uomo ‘digitale’, ossia colui che vive questa dimensione di novità e di grandi potenzialità, ma di altrettanti rischi, spesso con entusiasmo, ma anche inconsapevolmente e con pericolosa superficialità. Il cellulare, simbolo iconico del mondo di oggi, ha acquistato una centralità assoluta nella nostra vita e nel modo di relazionarci con il mondo esterno, semplificando molte attività, rendendo accessibili numerosi servizi, ed al quale affidiamo ogni genere di dati, persino informazioni attinenti alla nostra salute. In campo sanitario, ad esempio, oggi ci sono medici che dialogano con i pazienti usando whatsapp o da piattaforme che consentono di utilizzare assistenti virtuali; che effettuano interventi chirurgici attraverso bracci robotici guidati da remoto; algoritmi di intelligenza artificiale in grado di leggere e valutare risultati diagnostici. L’invadenza delle nuove tecnologie arriva ormai in ogni ambito del nostro quotidiano, e tocca, ovviamente, anche la sfera del lavoro, dando un contributo notevolissimo nell’aiutare o sostituire l’uomo in attività ripetitive e faticose, in quelle che implicano una precisione assoluta, comprese quelle intellettive. Dai brevi cenni fatti, è evidente che il processo è irreversibile e inarrestabile, ma proprio per questo necessita di essere governato, non demonizzato o ancora peggio ignorato. Il futuro digitale si può anzi immaginare al servizio dell’uomo, come già accade nella sfera lavorativa, come detto, ove semplifica e velocizza numerosi adempimenti e processi, produce nuove professioni a fronte di quelle che tendono a sparire, favorisce il progresso scientifico, soprattutto in campo medico e nella ricerca, nella tutela dell’ambiente e delle energie alternative, permette, attraverso la connettività globale e immediata, l’apertura e la conoscenza di spazi, culture, realtà lontane e diverse. Tuttavia questa rivoluzione epocale deve essere temperata, lasciando sempre più spazio alla creatività culturale in tutti i campi, come rimedio per contrastare la potenza dell’algoritmo.

Docente universitario, avvocato, economista, saggista e amministratore di aziende ed enti di natura diversa, ma anche poeta, amante della musica e dell’arte. Molteplici sono le ‘personae’ che è stato e che è. In quale tra le tante, ritrova la Sua più profonda essenza?

Nella felicità che mi dà, secondo un vecchio insegnamento mutuato dalla mia famiglia, aiutare gli altri: ‘gli ultimi’, come li definiva mio padre, medico, aristocratico, uomo di azione, combattente per la libertà, che trascorreva la sua vita, al termine di una lunga giornata nella sua clinica, a peregrinare nei quartieri più poveri della nostra città per aiutare chi ne aveva bisogno. Inoltre – come detto – nella cultura, a cui attribuisco un ruolo predominante nella società, e che, nel mio caso, si è manifestata con la poesia, nella passione per la musica, che dapprima mi ha visto realizzare l’Orchestra Sinfonica di Roma e poi l’Orchestra di Piazza Vittorio, e infine nell’arte visiva di cui ho parlato precedentemente. In queste componenti ritrovo la mia essenza e la giustificazione del mio vivere nella fase terminale della mia esistenza.

Marco Sonsini

Editoriale

Pensare ad un titolo che possa racchiudere il senso della nostra intervista non è un esercizio da poco. A volte è frutto di un’intuizione, a volte di lunghi ripensamenti e limature. Nel caso dell’ospite del numero di luglio di PRIMOPIANOSCALAc, il Prof. Avv. Emmanuele Emanuele il titolo è venuto da sé, con una semplicità quasi disarmante. La sua intervista, che si fa divorare, costruisce tessera dopo tessera, l’archetipo dell’Uomo Rinascimentale: colto, poliedrico, abile in più campi e discipline, che considera l’essere umano al centro del mondo, che persegue la verità attraverso le regole e le leggi che danno forma alla vita nella natura e nella società. Senza dimenticare il senso del divino e l’importanza della dimensione religiosa: l’uomo copula mundi di Marsilio Ficino, creatura che si pone tra Dio e la natura, cui è dato il compito di nobilitare la propria esistenza con il sapere e le opere.
Non si tratta di una semplice intervista, uno scambio di domande e di risposte, ma di un racconto accurato e pieno di dettagli che si srotola semplice e piano tra ricordi familiari, impegno verso gli altri, scienza, cura, salute e arte. Un racconto di un viaggio, un’avventura, un cammino, una sorta di filo di Arianna che ci guida attraverso il suo ricco labirinto interiore.
Una descrizione a tutto tondo di una vita nella quale impresa, accademia, scienza, poesia e musica si sono intrecciate con grazia, senza mai sovrapporsi. Non ha più vent’anni il Professore, e vi aspettereste, da lui, solo ricordi di un passato più o meno lontano. Vi sbagliereste di grosso. Uno dei punti centrali della sua narrazione è il cambiamento, che definisce “caratteristica predominante della storia dell’umanità” e pur riconoscendo che negli ultimi anni il cambiamento ha preso un ritmo vorticoso, ci parla, affascinato, della sfida terribile e meravigliosa dell’Intelligenza Artificiale, argomento del giorno. La soluzione per governarlo è a portata di mano, come? “lasciando sempre più spazio alla creatività culturale in tutti i campi, come rimedio per contrastare la potenza dell’algoritmo.” Ora lascio alle sue parole il compito di condurvi a spasso nel suo sogno diventato mille e mille realtà.
Le copertine di PRIMOPIANOSCALAc del 2023 sono state pensate per creare, con i volti dei protagonisti, una sorta di merchandising museale. Ogni mese un oggetto viene personalizzato con il volto in bianco e nero dell’intervistato. È così che una t-shirt, un magnete o una shopper diventano un ricordo, un’esperienza, un simbolo. I nostri ospiti si trasformano in vere e proprie figure iconiche, alla stregua delle opere esposte in un museo: l’Uomo Vitruviano di Leonardo, i girasoli di Van Gogh, la creazione di Michelangelo nella Cappella Sistina... Per il Professore, abbiamo scelto un quaderno, uno di quelli con la spirale, perfetto per prendere appunti di lavoro, come block-notes personale o come diario di viaggio. Per poi magari staccarne una pagina, e tenerla tra i più cari ricordi.
Con questo numero di luglio, tutti noi di Telos vi auguriamo una fantastica estate, con un tuffo nel mare blu... e una bella fetta di fresca anguria!

Mariella Palazzolo

Emmanuele F.M. Emanuele

Emmanuele Francesco Maria Emanuele è il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e il Presidente Onorario della Fondazione Roma. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo, ha proseguito la sua formazione post-universitaria presso l’Istituto Superiore per la Direzione Aziendale e l’Università di Harvard. A partire dagli anni ’70 intraprende la carriera accademica: è Professore di Diritto Tributario, Commerciale, Finanziario, Scienza delle Finanze, ed altre materie presso numerose Università, dall’Università Federico II di Napoli alla Facoltà di Economia dell’Università di Salerno, dalla LUISS alla Link Campus University of Malta. Ha ricevuto numerosi titoli accademici Honoris causa: dal dottorato in Belle arti (St. John’s University di Roma), alle lauree Honoris Causa in Diritto Canonico (Pontificia Università Lateranense di Roma), Humane Letters (American University of Rome), Medicina e Chirurgia (Università Cattolica del Sacro Cuore). Dal 1990 è avvocato cassazionista, dal 1996 è nell’Albo degli Esperti in materia bancaria istituito presso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Dal 2020 è membro del Comitato d’Onore dell’Università Europea di Roma, e in passato ha ricoperto diversi altri ruoli nelle amministrazioni delle Università.
Nel corso della sua carriera ha svolto numerosi incarichi come Presidente, membro del Consiglio di Amministrazione e consulente di aziende ed industrie pubbliche e private di livello internazionale: Vice Presidente della Cassa di Risparmio di Roma (1982-1995), Presidente di Leasing Roma (1985-2000), Presidente dell’ISVAP – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo – (1994-1996), solo per citarne alcune.
Da vero filantropo, negli anni ha dedicato il suo impegno anche nel campo della Salute, promuovendo il sostegno ad ospedali ed istituti di cura. Nel 1999, prima dell’avvento delle cure palliative, ha ideato e sostenuto la realizzazione dell’Hospice di Via Poerio a Roma, centro di assistenza domiciliare e di accoglienza gratuita per i malati terminali; nel 2017, ha promosso, sempre a Roma, la creazione di un Villaggio residenziale per le persone affette da Alzheimer, che gli è stato intitolato come riconoscimento, il Villaggio Emmanuele F.M. Emanuele. Inoltre ha ricoperto numerosi incarichi in Istituti impegnati nella ricerca scientifica come nell’IRCCS-Fondazione “G. B. Bietti” per lo studio e la ricerca in Oftalmologia onlus dove è stato il Presidente Onorario (2016-2023).
Appassionato di arte e cultura, mecenate, è stato, tra l’altro, Presidente della sezione italiana del Consiglio Mediterraneo della Cultura, patrocinato dall’UNESCO, Consigliere di Amministrazione della Fondazione La Biennale di Venezia; Presidente Onorario dell’Orchestra sinfonica di Roma. Attualmente è Presidente Onorario del “Centro Europeo di Studi Normanni” di Ariano Irpino.
È autore di numerose pubblicazioni non soltanto in materia di Diritto ed Economia (tra cui “Il Terzo Pilastro. Il non profit motore del nuovo Welfare”, del 2008), ma anche in campo letterario; ha scritto libri di poesie: “Un Lungo Cammino” (2008): Premio Margutta nel 2009; “Le Molte Terre” (2009): Premio Letterario Internazionale Mondello - Premio Speciale del Presidente della Giuria e Premio Laurentum nel 2010; “La Goccia e lo Stelo” (2013); “Pietre e Vento” (2016); “Vivere nel sole” (2021); “Versi in cammino” (2023). In materia artistica, ha scritto il libro “Vivere nell’Arte” (2023).
È un appassionato di sport, ha praticato la scherma, il rugby, il golf, il canottaggio, il nuoto e altro ancora.
È nato a Palermo, vive a Roma.

Marco Sonsini