Questo sito prevede l‘utilizzo di cookie. Continuando a navigare si considera accettato il loro utilizzo. Ulteriori informazioniOK
Vai al contenuto

Telosaes.it

Direttore responsabile:
Maria Palazzolo

Editore: Telos A&S srl
Via del Plebiscito, 107
00186 Roma

Reg.: Trib. di Roma 295/2009 del 18 settembre 2009

Diffusione: protocolli
Internet - Isp: Eurologon srl

A member of the Fipra Network
Socio Corporate di American Chamber of Commerce in Italy

SocialTelos

Aprile 2025, Anno XVII, n. 4

Nicola Bates

Un brindisi al vino inglese

Solo negli ultimi anni il mondo ha iniziato ad apprezzare pienamente la qualità dei nostri vini. Le vendite stanno crescendo insieme alla produzione.”

Telos: Si è unita a WineGB da poco più di un anno. Potrebbe dirci qualcosa sull’associazione?

Nicola Bates: WineGB è la voce del settore vinicolo della Gran Bretagna. Rappresentiamo, guidiamo e promuoviamo la sua crescita sostenibile. Rappresentiamo il settore presso il governo, i media e il mercato. Ai nostri oltre 500 soci coltivatori e produttori forniamo indicazioni pratiche per produrre e vendere i loro vini. Abbiamo 5 filoni di attività per aiutare le nostre imprese a prosperare: Reti, che collegano tra di loro gli associati con eventi e comunicazioni periodiche. Inoltre, mettiamo in contatto i colleghi dei vigneti, delle cantine e delle enoteche con esperti del settore. Formazione: attraverso articoli, linee guida, kit di strumenti, webinar e incontri diretti, formiamo i nostri associati. Investiamo anche nella ricerca per comprendere meglio il nostro settore e sostenere le innovazioni in produttività attraverso bandi e programmi di ricerca intersettoriali. Attualmente partecipiamo alla ricerca sulle gelate e sulla robotica. Definizione degli standard: attraverso la nostra certificazione Sustainable Wines of Great Britian, lanciata solo quattro anni fa, oltre il 43% della superficie coltivata nel Regno Unito è ora in grado di dimostrare di aver ridotto le emissioni di carbonio nei vigneti e nelle cantine. Gestiamo anche le DOP (denominazione di origine protetta) e le IGP (indicazione geografica protetta) per i vini inglesi e gallesi, che consentono al settore di dimostrare ai consumatori di aver raggiunto elevati standard di produzione. Sostegno al marketing: attraverso premi, promozioni all'esportazione, degustazioni, l'educazione e la campagna della Settimana del Vino Inglese, aumentiamo la visibilità della categoria per spingere sulle vendite. Rappresentanza politica e relazioni con i media, per far valere le esigenze specifiche del nostro settore attraverso i media e direttamente con i politici. Attraverso le risposte alle consultazioni pubbliche e l'impegno in prima persona, indichiamo alla politica come può sostenerci.

Sono pochi i Paesi al mondo che possono eguagliare il livello di crescita registrato dall'industria vinicola britannica negli ultimi cinque anni: un aumento del 75% dei vigneti piantati tra il 2018 e il 2022, che ne fa il settore agricolo a più rapida crescita del Regno Unito. Quali sono le ragioni di questa espansione?

Solo negli ultimi anni il mondo ha iniziato ad apprezzare pienamente la qualità dei nostri vini. Le vendite stanno crescendo insieme alla produzione. Nel 2018 vendevamo 3,3 milioni di bottiglie di vino e nel 2023 ne abbiamo vendute 8,8 milioni, l'8% delle quali sono state esportate (il doppio del 2021). Le visite ai nostri vigneti sono aumentate di oltre il 50%, e sono passate da meno di 1 milione nel 2021 a 1 milione e mezzo. Siamo molto ambiziosi, ed è evidente l’interesse di coloro che stanno scoprendo i vini britannici. Poiché siamo stati, per secoli, un polo vinicolo globale, il commercio del vino da noi è molto apprezzato e gli agricoltori e i commercianti sono entusiasti di poter partecipare alla produzione nazionale. Il duro lavoro dei soci è stato, senza dubbio, il motore principale dello sviluppo del mercato. L'investimento nella produzione di vini di alta qualità, nella costruzione di infrastrutture, nell'organizzare la distribuzione e nello sviluppo del marketing è decisamente cresciuto rispetto a quello tradizionale dei pionieri del settore. Un numero sempre maggiore di persone considera la nostra attività come una dalla crescita a lungo termine, nella quale si vuole uscire dall'economia locale per raggiungere un riconoscimento nazionale. Queste aziende stanno creando un effetto alone per le imprese più piccole, che costituiscono la stragrande maggioranza dei nostri soci. Grazie al loro impegno, le piccole riescono ad entrare nei pub, nei bar, nei ristoranti e nei punti vendita locali e trovare un mercato ricco di acquirenti interessati. È anche giusto dire che abbiamo avuto un ruolo nel sostenere la crescita del settore, soprattutto durante periodi dolorosi come la pandemia.

Eppure non sembrate soddisfatti e avete persino redatto un Manifesto per la Crescita. Vuole parlarcene?

L'impegno sistematico con il governo è ancora un'attività molto nuova per WineGB. Con il Manifesto for Growth è la prima volta che il settore fa una valutazione completa di tutte le proprie esigenze. Vi fornirò un paio di esempi sulle aree di azione che il governo può intraprendere per aiutarci. Un business più equo. Il costo della produzione della Gran Bretagna è elevato, poiché le rese sono più basse (ci troviamo al confine climatico adatto alla produzione di vini) e il costo delle attività commerciali in Gran Bretagna è tra i maggiori, per l'aumento dei costi del capitale, per necessità di investire nello sviluppo del mercato e nella distribuzione, per il costo del lavoro e dei dazi doganali più alti al mondo per una nazione produttrice. E che dire delle tasse di successione per gli agricoltori che colpiscono molte delle nostre aziende? La riduzione dei costi aziendali complessivi è fondamentale. Insieme ai tagli all'imposta sugli alcolici e, per incoraggiare l’enoturismo, uno sgravio fiscale per la vendita in cantina dei vini locali. Valorizzare il vino britannico. Il governo dovrebbe sostenere attivamente la crescita del vino britannico, ma anche la conoscenza dei nostri prodotti da parte dei consumatori, sia in patria che all'estero. Come associazione stiamo cercando di far capire ai partiti politici che se lo faranno, potranno contribuire a garantire un maggior numero di posti di lavoro rurali altamente qualificati in tutto il Regno Unito.

Quali sono le battaglie che “la lobbista del vino britannico” sta affrontando?

Tutte le industrie del Regno Unito devono affrontare sfide considerevoli da parte dell'economia reale e il settore vinicolo, che sta emergendo, non è dissimile. Tuttavia, i settori vinicoli emergenti in ogni parte del mondo, per avere successo hanno goduto di un sostegno istituzionale sostanziale. Oggi nel Regno Unito non è così. È urgente agire. Attualmente il vino inglese e gallese è di tendenza e quando il mondo inizia a prestare attenzione a qualcosa è importante cavalcare l'onda. C'è il rischio che, a causa di risparmi di bilancio a breve termine, si perda di vista questa opportunità. Ci sono tre aree che meritano di essere evidenziate: 1) le guerre commerciali non favoriscono gli affari e ogni cosa che il governo potrà fare per garantire che i dazi non vengano aumentati sarà importante per le nostre esportazioni negli Stati Uniti; 2) il governo sta valutando tagli alla spesa in tutti i ministeri e ha limitato le sovvenzioni di cui usufruiscono i nostri agricoltori. Il nostro settore trarrebbe beneficio da un notevole sostegno al marketing, ma la spesa pubblica continua a diminuire da più di dieci anni, e il Ministero delle Imprese prevede ulteriori tagli; 3) infine, è importante garantire che nella revisione dei regolamenti dell'UE, il governo sostenga le esigenze del settore e valorizzi le imprese britanniche. Come? Con il proteggere la denominazione del nostro Paese, per evitare confusione tra i consumatori, e con la previsione di misure che consentano di avere più vino sugli scaffali.

Marco Sonsini

Editoriale

La multiculturale metropoli di Londra, le prestigiose università di Oxford e Cambridge, le bianche scogliere di Dover, le verdi colline gallesi… Eh sì, la Gran Bretagna è un paese ricco di meravigliosi paesaggi, di storia, di cultura letteraria e con stupore di molti, anche di alcune sorprese enologiche che fino a qualche decennio fa, non avremmo mai immaginato.
In questo campo, gli inglesi sono meglio ricordati per le loro abilità nel commercio. Sin dai tempi più antichi l'Inghilterra attraversava i mari con i suoi mercantili commerciali ed allo stesso tempo ricercava i nettari migliori del pianeta (ad esempio i vini liquorosi, come Porto, Madeira e il nostro Marsala). Londra diventò così una vera e propria capitale incontrastata del vino. Storicamente, a causa del clima freddo, non è mai venuto spontaneo associare questo paese alla sua produzione, ma i cambiamenti climatici hanno spostato sempre più a nord la viticoltura mondiale.
E quindi il vino inglese c’è e ha una storia da raccontare.
Chi meglio della nostra intervistata del numero di aprile di PRIMOPIANOSCALAc, Nicola Bates, direttore generale di Wines of Great Britain (WineGB) potrà raccontarla?
Solo negli ultimi anni il mondo ha iniziato ad apprezzare pienamente la qualità dei nostri vini. Le vendite stanno crescendo insieme alla produzione. Nel 2018 vendevamo 3,3 milioni di bottiglie di vino e nel 2023 ne abbiamo vendute 8,8 milioni, l'8% delle quali sono state esportate (il doppio del 2021). Le visite ai nostri vigneti sono aumentate di oltre il 50%, e sono passate da meno di 1 milione nel 2021 a 1 milione e mezzo”.
Una crescita esponenziale che però ha fatto emergere tutti gli ostacoli, soprattutto legislativi, che impediscono al settore di fare il vero salto di qualità. Quindi l’associazione che rappresenta i produttori di vino inglesi e gallesi, ha, per la prima volta deciso di fare una vera e propria attività di lobbying, e ha redatto il “Manifesto for Growth”, proprio, in occasione delle recenti elezioni politiche. Qui ha individuato 3 problemi che le istituzioni britanniche devono risolvere se vogliono aiutare il settore. La Bates ha dimostrato abilità e lungimiranza, e l’attività di lobbying che l’associazione fa per la prima volta in modo così puntuale e professionale, ha perlomeno centrato due dei requisiti principali del buon lobbista: l’essere tempestivo (quale migliore occasione per catturare l’attenzione dei politici? Le elezioni!) e sintetico (non lamentele vaghe, ma problemi corredati dalle soluzioni). Basterà leggere l’intervista per scoprire quali.
Tra i problemi la Bates ne aggiunge un altro emergente, quello dei dazi USA, che, anche a suo dire, avranno un impatto esiziale sul settore. In questo trova validi alleati nei produttori di tutto il mondo, compresi i nostri. L’effetto delle barriere doganali imposte d Trump ad oggi, secondo gli economisti di Nomisma, sarà significativo. Un esempio, a dir loro addirittura sottostimato, è quello dei rossi fermi della Toscana che oggi sono esportati a un prezzo medio di 12 euro al litro (2024). Prima dei dazi arrivavano a destinazione a 12,06 euro, ora, con l’applicazione della nuova misura, passeranno la frontiera a 14,4 euro al litro. Speriamo solo che in un modo o nell’altro venga scongiurata una guerra commerciale.
Anche ad aprile rimaniamo fedeli alla nuova grafica delle copertine del 2025 di PRIMOPIANOSCALAc, che riprende i colori storici di Telos A&S: rosso, nero e bianco. L’identità dell’intervistato è rivelata per metà dal suo volto e per l’altra metà da una citazione tratta dall’intervista. Il suo nome è scritto con l’Abril Fatface, un elegante carattere ispirato ai manifesti pubblicitari europei del XIX secolo.

Mariella Palazzolo

Nicola Bates

Nicola Bates è l'amministratore delegato di Wines of Great Britain (WineGB), l'associazione di categoria che rappresenta i vigneti e i produttori di vino della Gran Bretagna.
In precedenza è stata Direttore per la Strategia e le Relazioni Esterne del Portman Group, l'ente nazionale di responsabilità sociale e regolatore dell'etichettatura, del confezionamento e della promozione degli alcolici.
Dal 2010 al 2018 Nicola ha lavorato presso Ellwood Atfiled, un'agenzia di punta nella ricerca del personale e della dirigenza. Ha iniziato come consulente, poi come responsabile delle Relazioni Istituzionali e delle Politiche di reclutamento, fino a raggiungere il ruolo di membro del Consiglio di Amministrazione.
La Bates si è candidata per il partito conservatore alle elezioni politiche del 2010, arrivando seconda dopo l'allora leader dei liberaldemocratici Nick Clegg, nella circoscrizione di Sheffield Hallam.
Ha studiato all'Università di York, dove si è laureata in Scienze Politiche.
Nicola ha due figlie, un gatto, un cane e un marito. Si rilassa praticando yoga, leggendo e guardando il balletto.

Marco Sonsini