Luglio 2025, Anno XVII, n. 7
Andrea Varnier
Magia Olimpica
“Per me e per tutta la mia generazione, le Olimpiadi sono il più grande evento sportivo che esista. Sono quella magia che si accende ogni quattro anni, o meglio, ogni due tra i Giochi estivi ed invernali.”
Telos: AD della Fondazione Milano Cortina 2026. Qual è la sua storia, i suoi compiti e lo spirito che informa la sua attività?
Andrea Varnier: Per me e per tutta la mia generazione, le Olimpiadi sono il più grande evento sportivo che esista. Sono quella magia che si accende ogni quattro anni, o meglio, ogni due tra i Giochi estivi ed invernali. Il mio primo ricordo Olimpico risale a Monaco ’72, le prime Olimpiadi trasmesse a colori. Andai a seguirle a casa di uno zio in Belgio. Ho ancora in testa le immagini delle gare di nuoto con Mark Spitz, che vinceva tutto senza cuffia e con due baffoni così e le medaglie di Novella Calligaris. Per quanto riguarda il mio percorso a Milano Cortina 2026, sono stato scelto alla fine dell’autunno 2022 dal Governo Meloni su indicazione del Ministro per lo Sport Andrea Abodi, che segue sempre da molto vicino tutto il processo che porterà ai prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici invernali. C’era bisogno di riallacciare i contatti con gli sponsor potenziali, abbiamo lavorato molto su questo aspetto e gli annunci degli ultimi mesi lo dimostrano. Questo evento rappresenta una sfida per l’Italia intera: i Giochi di Milano Cortina 2026 devono rilanciare i valori dello sport, avvicinare milioni di giovani a discipline anche diverse dal calcio, il nostro sport nazionale, e devono ricordarci che l’Italia è capace di realizzare grandi cose e che non abbiamo nulla da invidiare agli altri. La nostra missione, in linea con l’Olympic Agenda 2020+5, è creare un modello innovativo e sostenibile di Giochi, ispirato all’energia vibrante e contemporanea dello Spirito Italiano, che attraverso lo sport sta offrendo numerose opportunità di lavoro alle nuove generazioni, formando i manager di domani. Uno Spirito che brillerà nell’eccellenza degli atleti, nella fiamma della Torcia, nella neve delle nostre montagne, nelle luci delle città. Il nostro è un Paese di creatività, bellezza e ingegno, in cui forza e passione si uniscono per evolvere e crescere. Siamo pronti ad accogliere il mondo intero nel nostro splendido Paese e a far scoprire tutte le sue meraviglie, con spettatori che, oltre ad assistere alle più grandi imprese sportive e lasciarsi incantare dalle nostre montagne, potranno ammirare anche le bellezze delle nostre città d’arte.
Manca davvero poco all’inizio dei Giochi. A che punto sono i preparativi?
Siamo soddisfatti dei progressi compiuti negli ultimi mesi. Due anni fa, le preoccupazioni riguardo alla realizzazione degli impianti erano notevoli. Quando sono arrivato, quasi nessun cantiere era stato avviato. Oggi, possiamo dire che siamo abbastanza soddisfatti dello stato attuale dei lavori. Sappiamo che tutte le opere saranno completate poco prima dell’inizio dei Giochi, quindi il nostro compito, affiancando Simico, l’Agenzia governativa che si occupa delle infrastrutture, è quello di monitorarne costantemente l’avanzamento. Come parte del nostro programma più ampio di attività per la preparazione operativa, i test event dello scorso inverno negli impianti ufficiali hanno offerto a noi di Fondazione Milano Cortina 2026 una preziosa opportunità per replicare le condizioni di gara e perfezionare le procedure in vista dei Giochi ormai imminenti. Inoltre, siamo impegnati quotidianamente in una serie di attività meno visibili ma fondamentali, che abbracciano a 360 gradi l’esperienza degli atleti, vero cuore nevralgico del nostro progetto, e dei tifosi che arriveranno da tutto il mondo. Le sfide organizzative e logistiche sono molte, ma è proprio questa una delle forze trainanti per il successo di Milano Cortina 2026. Questa Olimpiade lascerà tante eredità diverse. A Milano, resterà ad esempio il Villaggio Olimpico, che è stato pensato e costruito come uno studentato per gli universitari che verranno. Cortina ha già ospitato le Olimpiadi nel 1956 e tornarci settant’anni dopo, con impianti che tornano a splendere, è qualcosa di speciale. Ad esempio, lo Stadio Olimpico del Curling, sede della Cerimonia di Apertura nel 1956, ospiterà non solo le competizioni, ma sarà anche lo splendido scenario della Cerimonia di Chiusura dei Giochi Paralimpici il 15 marzo 2026.
Un altro luogo unico è l’Arena di Verona: stiamo lavorando per rendere più accessibile uno dei monumenti storici più iconici al mondo, non solo per la Cerimonia di Chiusura delle Olimpiadi e quella di Apertura delle Paralimpiadi, ma anche per lasciare un’eredità alle generazioni future. Da un passato glorioso a un futuro luminoso: non vogliamo che solo i territori Olimpici e Paralimpici si sentano parte integrante dei Giochi, ma che questa passione sia condivisa da tutto il Paese.
Cosa renderà questi Giochi speciali, indimenticabili?
I Giochi di Milano Cortina 2026 mostreranno al mondo il meglio che l’Italia ha da offrire. Per realizzare questo progetto comune, i nostri territori hanno unito le forze, facendo leva sulle competenze già presenti. La bellezza dei nostri luoghi è riconosciuta a livello mondiale: non solo Milano e Cortina, ma anche Bormio, Tesero, Predazzo, Anterselva, passando per Verona e Livigno. Per garantire il miglior scenario possibile agli atleti, veri protagonisti dei Giochi, ci siamo affidati al know-how e all’esperienza già consolidata dei territori nell’organizzazione di eventi sportivi internazionali. Ad esempio, sappiamo che la Cerimonia di Apertura è un momento molto speciale per ogni atleta e che, a causa del calendario delle competizioni, non tutti potranno essere presenti allo Stadio San Siro il 6 febbraio 2026. Gli atleti però sono i veri protagonisti dei Giochi, quindi stiamo organizzando qualcosa di speciale nei territori olimpici per coinvolgerli e rendere questo momento unico e indimenticabile: una Cerimonia di Apertura diffusa per dei Giochi diffusi.
La nomina a CEO della Fondazione non è casuale, ma senza dubbio alcuno, frutto di un percorso professionale di tutto rispetto. Ci racconta un aneddoto di una delle sue esperienze passate che le è stato utile a risolvere, o ad evitare, un problema in quella presente?
Ogni Olimpiade che ho fatto, da Torino 2006, mi ha permesso di vedere e imparare qualcosa di diverso. Le esperienze del passato sono certamente utili, così come lo è stato di recente essere a Parigi 2024 come observer insieme a molti altri colleghi della Fondazione Milano Cortina 2026 per avere ispirazione in vista dei nostri Giochi, ma ogni esperienza è diversa dalla precedente e va contestualizzata. Ogni sfida e ogni difficoltà che abbiamo superato per esempio a Torino 2006 o Rio 2016 ci ha lasciato in eredità degli insegnamenti, ma è difficile paragonare edizioni differenti in periodi differenti in anni in cui tanti aspetti, a cominciare ad esempio dalla comunicazione o dalla tecnologia, si sono evoluti radicalmente, dunque, non avrebbe senso fare delle comparazioni perché ogni edizione Olimpica è unica e speciale.
Marco Sonsini
Editoriale
Indossare una medaglia olimpica è un privilegio riservato a pochi. Ma chi ama lo sport ne conserva almeno una nella memoria. E quando si parla di Olimpiadi invernali, c’è un’immagine che ancora oggi domina l’immaginario collettivo: l’esordio olimpico di Alberto Tomba a Calgary, nel 1988
. Oro nello slalom gigante, poi lo slalom speciale trasmesso in diretta dalla Rai al posto del Festival di Sanremo. Uno spartiacque, non solo sportivo. Anche il nostro intervistato del mese di luglio di PRIMOPIANOSCALAc, Andrea Varnier, CEO della Fondazione Milano Cortina 2026, ci riporta al suo primo ricordo olimpico, legato a Monaco 1972, e dice “Ho ancora in testa le immagini delle gare di nuoto con Mark Spitz, che vinceva tutto senza cuffia e con due baffoni così e le medaglie di Novella Calligaris.” Da allora di Olimpiadi Varnier ne ha curate, in varie vesti, molte, a partire da Torino 2006. Nell’autunno 2022, quasi in zona cesarini, per usare uno slang calcistico, è stato chiamato a recuperare il tempo perduto nell’organizzazione delle prossime Olimpiadi invernali che ormai sono dietro l’angolo: la cerimonia di inaugurazione si terrà il 6 febbraio 2026.
Varnier ci ricorda che lo spirito olimpico torna a vivere con la fiamma che unisce sport, cultura e territorio. La torcia olimpica, portata dai tedofori, continua a rappresentare quel rito millenario che attraversa i secoli, che testimonia l’unione tra popoli e la forza dello sport come linguaggio universale.
Una curiosità? L’ingegnerizzazione e la produzione delle torce olimpiche ‘Essential’ di questi Giochi sono made in Italy, anzi made in Lombardia. Il viaggio della fiamma inizierà ufficialmente il 26 novembre 2025 da Olimpia, poi la torcia percorrerà 12.000 chilometri e toccherà 60 città in 63 giorni. Il compito di Varnier è davvero enorme. Ecco alcuni numeri che non sfiorano nemmeno il tema/problema delle infrastrutture: 87.000 camere di hotel, 60.000 connessioni wi-fi, 35.000 divise, 1.000 droni, 2.000 test anti-doping, 1.000 metal detector, 880.000 pasti da servire.
Ma le sfide sono tante, ad esempio intercettare sponsor, ma, grazie a Varnier, a febbraio di quest'anno sono stati raccolti già 400 dei 500 milioni prefissati e la preparazione delle infrastrutture, responsabilità non della Fondazione, che però monitora e tiene il fiato sul collo delle imprese. I Giochi Invernali del 2026 saranno divisi tra Milano e Cortina d’Ampezzo, con gare distribuite in quattro aree principali. La scelta di un modello diffuso, che unisce città e località alpine, punta a sfruttare impianti esistenti e a ridurre nuovi interventi. Ma comporta anche sfide organizzative, soprattutto sul fronte dei trasporti e del coordinamento del personale. Affidarsi a sedi storicamente legate agli sport invernali garantisce strutture di qualità e competenze consolidate, tuttavia, la distanza tra i vari poli richiederà una macchina logistica ben rodata. Tra i progetti simbolo c’è la scelta dell’Arena di Verona per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e l’apertura delle Paralimpiadi. Un anfiteatro romano di quasi 2000 anni sarà reso accessibile alle sedie a rotelle. Un segnale forte: anche i luoghi storici possono diventare inclusivi.
La nomina di Varnier è stata accolta dalla stampa con frasi come “manager low profile”, oppure “il nome non è roboante”, ma tutti gli hanno riconosciuto il fatto di avere un curriculum di tutto rispetto. A distanza di più di due anni possiamo solo commentare che Varnier è stato in grado di far ripartire una macchina a dir poco impantanata. La scelta di un eccellente professionista di settore non è stata solo una scelta di buon senso, ma è stata quella giusta.
Rosso, nero e bianco, i colori storici di Telos A&S li ritrovate nella grafica delle copertine del 2025 di PRIMOPIANOSCALAc. L’identità dell’intervistato è rivelata per metà dal suo volto e per l’altra metà da una citazione tratta dall’intervista. Il suo nome è scritto con l’Abril Fatface, un elegante carattere ispirato ai manifesti pubblicitari europei del XIX secolo.
Mariella Palazzolo

Andrea Varnier è il CEO della Fondazione Milano Cortina 2026 dal 1° dicembre 2022.
Dopo una prima fase di carriera nel mondo aziendale, dall’automotive alle telecomunicazioni, approda a quello dei grandi eventi sportivi. Nel 2001 viene nominato Direttore Immagine ed Eventi delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Torino 2006 e, successivamente, assume il ruolo di consulente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per i Giochi di Pechino 2008. Nel 2016, in occasione dei Giochi di Rio, Varnier è Amministratore Delegato di uno degli enti organizzatori, la "Cerimonias Cariocas". Qui realizza le cerimonie di apertura e chiusura olimpiche e paralimpiche, il tour della Fiamma olimpica e paralimpica, le cerimonie di benvenuto delle squadre e i servizi di gestione dei Live Site. Nel 2017 diventa Amministratore Delegato di Filmmaster Events e Filmmaster Productions, aziende leader mondiali nella realizzazione di grandi eventi, nella comunicazione audiovisiva e nella produzione di spot pubblicitari. Nel 2020, Varnier assume l’incarico di Global Chief Executive Officer nella società di consulenza di comunicazione strategica internazionale Richard Attias & Associates con base a Dubai. In questa veste cura e organizza il G20 di Ryad.
A luglio 2022 viene nominato CEO di Costa Edutainment, azienda pioniera nella gestione di siti e grandi strutture pubbliche e private dedicate ad attività ricreative, culturali, didattiche e di ricerca scientifica.
Laureato al Dams Bologna, Andrea Varnier, ha 62 anni, veronese “de soca” è un giramondo per vocazione. Gli piacciono molto il nuoto e lo sci, da giovane faceva atletica, e ora segue un po’ tutti gli sport.
Marco Sonsini
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