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Aprile 2023, Anno XV, n. 4

Stefano Besseghini

Il Custode dei Nostri (Freddi) Inverni

Nella scorsa estate non ci siamo fatti trovare impreparati nella corsa al riempimento dei nostri stoccaggi per metterci al sicuro nella stagione invernale. Sul fronte energetico abbiamo messo in sicurezza l'inverno 2023, ma adesso dobbiamo lavorare sull'inverno 2024.

Telos: L’emergenza Covid-19 e la guerra in Ucraina hanno avuto un impatto gravissimo sull’economia in generale, e il settore dell’energia è stato uno dei più colpiti. Ci racconta questa crisi dal Suo ‘privilegiato’ punto di vista?

Stefano Besseghini: Nel corso del 2021 e durante tutto il 2022 i prezzi del gas, che influenzano quelli dell’energia elettrica, hanno avuto quotazioni elevate, con il picco che è stato raggiunto tra giugno e agosto scorso quando lo scenario si è ancora più aggravato. Prima la ripresa economica post pandemia, poi la riduzione dei flussi di gas dalla Russia causata dalla guerra e infine la siccità, hanno fatto sì che i prezzi impennassero fino a raddoppiare rispetto agli ultimi mesi e che addirittura decuplicassero rispetto ai prezzi degli ultimi cinque anni. Tutto questo si è trasferito sul sistema, con impatti sulle filiere industriali, sull’approvvigionamento e sulle bollette dei cittadini. La situazione, quindi, è stata molto complicata e conseguentemente, verso la fine del 2022, abbiamo registrato grandi difficoltà per il sistema .
Possiamo dire però che questa crisi molto lunga e inaspettata è stata affrontata con tempismo e senso di responsabilità da parte di tutte le componenti del Sistema Paese. Da quando è iniziata l’ascesa dei prezzi, il governo ha messo a disposizione circa 50 miliardi di euro in strumenti a sostegno della generalità dei consumatori e con interventi mirati a sostegno dell’industria energivora e delle famiglie vulnerabili.
Di certo c’è che oggi le condizioni generali sono cambiate e la stabilizzazione dei prezzi sembra essersi avviata. Probabilmente anche le temperature miti dell’ultimo inverno ci hanno aiutato, spingendo al ribasso i consumi energetici. Tuttavia, anche se ora in linea generale i mercati all’ingrosso stanno dando segnali di riduzione importanti, nell’economia delle famiglie e delle imprese i costi dell’energia sono comunque abbastanza alti. Infatti, sebbene il costo dell’energia sia tornato su valori più bassi, il contesto economico complessivo vede un’inflazione alta che all’inizio della crisi energetica non c’era; questo significa che i prezzi finali delle bollette di luce e gas, seppur scesi in questo inizio 2023, non sono ancora tornati ai livelli pre-crisi.
Senza abbassare il livello di guardia, credo che possiamo ritenerci moderatamente ottimisti visto e considerato che i segnali all’orizzonte sono comunque più rassicuranti di quelli di un anno fa. La stessa capacità di stoccaggio che l’estate scorsa ha contribuito a spingere il gas verso il picco di 300 euro/MWh, oggi preoccupa di meno. Fare previsioni è sempre difficile ma non si prospettano grandi complessità per il prossimo futuro. In questo ambito, ci sono due elementi favorevoli. Il primo è che si parte con quantità da approvvigionare decisamente inferiori. L’altro è che dopo l’accordo sul pricecap, e dopo l’avvio di acquisti congiunti da aprile, c’è una maggiore volontà di coordinarsi in Europa. C’è voluto un anno, che sembra tanto solo se non si considerano gli interessi in gioco, ma oggi c’è la percezione che quella competizione per gli stoccaggi, un po’ sfrenata e un po’ dettata dall'emergenza dell'anno scorso, non si ripeterà.
L’Italia si sta strutturando per mettersi al riparo da altre emergenze, portando avanti un lavoro di diversificazione dei flussi, degli approvvigionamenti, di dotazione infrastrutturale del Paese che non deve assolutamente interrompersi, sia sul lato del gas, sia sul lato delle fonti rinnovabili, perché costruisce il percorso per essere tranquilli per altri momenti difficili.
Il nostro Paese ha già diversificato molto l’approvvigionamento: in un anno la nostra dipendenza energetica dalla Russia è scesa dal 40% al 20%. Al contempo, sono cresciuti e cresceranno ancora gli approvvigionamenti energetici da Paesi come l’Algeria, la Norvegia e l’Azerbaijan, dai quali stiamo importando molto più gas rispetto al passato. Nella scorsa estate, aggiungo, non ci siamo fatti trovare impreparati nella corsa al riempimento dei nostri stoccaggi per metterci al sicuro nella stagione invernale. In particolare, si sta lavorando per sviluppare il ruolo dei rigassificatori; l’Europa prevede per la fine di quest’anno di aumentare del 25% il flusso di importazioni di GNL. A maggio, si prevede l’operatività del terminale di Piombino che avrà una capacità di rigassificazione pari a 4,5 miliardi metri cubi l’anno. Inoltre, nel breve periodo, andranno a regime altri due o tre siti che ci permetteranno di ricevere ulteriore gas liquido, come alternativa a quello che viaggia via tubo.
A conclusione di tutto ciò, possiamo dire che sul fronte energetico abbiamo messo in sicurezza l'inverno 2023, ma adesso dobbiamo lavorare sull'inverno 2024. Se dovessimo riuscire nell’intento di potenziare le nostre infrastrutture, in un paio di anni si potrà tentare di scendere ancora intorno ai 30-35 euro/MWh.

La fine dei regimi di tutela del mercato elettrico si avvicina, anche per le utenze domestiche. Qual è stato e quale sarà il ruolo dell’Autorità per fare in modo che il passaggio non abbia ripercussioni negative sui cittadini?

Il superamento delle tutele di prezzo è avvenuto in maniera graduale, considerando dimensioni e consapevolezza: cominciando anni fa con le grandi imprese, è stato poi il turno, nel 2021, delle PMI. Quest’anno tocca alle microimprese e alle utenze non domestiche connesse in bassa tensione, e tra queste rientrano anche i condomìni, con il passaggio previsto per il 1° aprile. Per le utenze domestiche elettriche e gas, la fine del servizio di tutela è prevista per gennaio 2024, ma in linea generale dobbiamo chiarire che, anche se è previsto il termine per il servizio tutelato, il mercato libero è a sua volta regolato; resteranno i controlli dell'Autorità e dell'Antitrust. Non entreremo quindi in una giungla dove tutto succederà liberamente.
Vorrei ricordare inoltre che più dei due terzi dei clienti è già passato spontaneamente al mercato libero e moltissimi sono i condomìni. Rimanendo sulla stretta attualità del 1° aprile, va detto che tutti quelli che non hanno scelto un venditore nel mercato libero finiranno nel Servizio a Tutele Graduali, istituito da ARERA proprio per garantire un passaggio soft, che sarà erogato da venditori selezionati attraverso procedure concorsuali. La spesa per la materia energia comunque non cambierà e terrà conto dei valori del PUN (Prezzo Unico Nazionale), dei corrispettivi a copertura dei costi di approvvigionamento e commercializzazione e di una componente nazionale determinata sulla base dei prezzi di aggiudicazione delle aste. Le altre voci che compongono le bollette resteranno uguali: la spesa per il trasporto e la gestione del contatore, gli oneri di sistema (dei quali oggi si sta facendo carico lo Stato), le imposte.
Per aiutare i consumatori nella scelta migliore per il proprio venditore c'è il Portale Offerte di ARERA, che è l'unico comparatore pubblico e indipendente dove i venditori hanno l’obbligo di inserire tutte le offerte, anche per i condomìni. Come tutti i servizi dedicati ai consumatori, sono facilmente raggiungibili dalla home page del sito di ARERA, cliccando sulla voce “Arera per il consumatore”.

Il PNRR vede tra i suoi elementi centrali quello della transizione energetica. Qual è il ruolo dell’Autorità e la sua valutazione sullo stato di attuazione del Piano?

Sul tema PNRR, l’Autorità è espressamente nominata tra le riforme abilitanti: nello sviluppo del Piano andranno consolidati i poteri delle varie autorità nazionali di regolazione - con ARERA anche CONSOB, AGCOM, ART - preservando la loro indipendenza strutturale e funzionale. Per quanto riguarda le riforme settoriali, invece, il focus è sull’idrogeno, che prevede l’intervento dell’Autorità nella regolamentazione del settore. L'idrogeno ha un ruolo che va definendosi nel percorso di decarbonizzazione e al momento la posizione dei regolatori è quella di spingere con grande decisione per fare in modo che l'assetto consumo-generazione punti a identificare il più rapidamente possibile un modello tecnico e di business in grado di tenere in piedi il meccanismo.
I progetti all'interno del PNRR hanno forse sofferto di una frammentazione tipica italiana che sarebbe stato meglio evitare. Sul tema dell'idrogeno serve una tassonomia tra "ricerca, sviluppo e innovazione", in quanto, hanno necessità diverse di finanziamento, obiettivi diversi e anche capacità diverse di remunerare l'investimento.

Quando si parla di ARERA si pensa all’energia. Eppure, l’Autorità si occupa di tanto altro, ad esempio rifiuti e acqua. Ci racconta di qualche misura frutto del lavoro dell’Autorità, in questi due ambiti, di particolare interesse per la vita di ognuno di noi?

La nostra Autorità nasce con l’energia, poi nel tempo le sono stati assegnati compiti di regolazione e controllo anche nel settore idrico e infine nel ciclo dei rifiuti. Avere un unico Regolatore con una visione complessiva e trasversale dei settori, è una risposta al naturale evolversi dei settori stessi che sono sempre più integrati. Oggi ormai i rifiuti parlano con l’energia, l’idrico parla con l’energia e l’idrico parla con i rifiuti; come vede, quindi, il tema della circolarità è diventato assolutamente centrale. Il settore dei rifiuti è estremamente complesso perché ha una grande componente di lavoro, ha un investimento del comparto industriale certamente più piccolo e quindi sfugge più facilmente alle regole e alle logiche della regolazione. Nell’agosto del 2021 abbiamo definito il secondo metodo tariffario, che in termini di regolazione dei rifiuti ci pone all’avanguardia in Europa. Questo meccanismo è caratterizzato da due elementi fondamentali: la simmetria, cioè cercare di fare in modo che laddove le esperienze funzionano, la regolazione non ne comprima il potenziale di sviluppo e la capacità di far crescere la trasparenza del settore e il tema degli impianti. Sul tema degli impianti, all’interno del PNRR è previsto specificatamente un intervento di programmazione nazionale sulla necessità di queste infrastrutture. Tutta l’attività regolatoria di questo metodo tariffario che copre fino a tutto il 2025, introduce proprio la regolazione degli impianti. Abbiamo quindi agito segmentando gli impianti tra quelli verticalmente integrati da una parte (cioè quelli all’interno di un operatore verticalmente integrato) e dall’altra parte gli impianti aggiuntivi (cioè quelli che è un bene che siano nello spazio del mercato). Infine, abbiamo lasciato alle Regioni l’identificazione di quelli che possiamo definire impianti minimi, ovverosia quegli impianti che servono per chiudere la circolarità dei rifiuti di un determinato bacino.
L'introduzione della regolazione degli impianti, con una specifica attenzione alla chiusura del ciclo, rappresenta un elemento di assoluta novità. Il secondo metodo tariffario è inoltre uno strumento flessibile che consente sia agli Enti territorialmente competenti che agli operatori di fornire agli utenti servizi adeguati a costi sostenibili. Nondimeno, questo stesso strumento consente all'Autorità di intervenire nei casi di inerzia nell'applicazione del metodo.
Per quanto riguarda l’idrico, l’aspetto più critico che dobbiamo affrontare riguarda le perdite nella rete. La situazione è critica ma si nota un miglioramento se pensiamo che dal 43% di dispersione siamo passati al 40%. Questo anche grazie all’azione dell’Autorità, che dal 2012 in poi ha assunto le competenze nel settore e ha imposto dei target di miglioramento di riduzione delle perdite. L’inversione di tendenza ci spinge a guardare al futuro con un po’ di ottimismo, in considerazione del fatto che molti gestori stanno realizzando investimenti in gran parte del territorio per diminuire le perdite.Tuttavia, ad oggi, la situazione risulta ancora drammatica. È un percorso lungo che ci avvicinerà però ai migliori paesi d’Europa come la Germania e la Danimarca dove le perdite sono al di sotto del 10%. È nostro compito quindi accelerare il ritmo di diminuzione delle perdite che non può e non deve essere dell’1% all’anno. Questo è un obiettivo molto sfidante dell’Autorità e spingeremo tutti i gestori a migliorare gli standard di qualità del servizio.

Marco Sonsini

Editoriale

L’arrivo di una bolletta, sia essa di gas, luce, acqua o spazzatura, non è mai stato tra gli eventi più lieti per una famiglia. Ma da fatto fastidiosetto della nostra vita, a vero e proprio incubo, il passo è stato breve. Il 2022 è stato l'annus horribilis, come ci conferma l’ospite di aprile di PRIMOPIANOSCALAc, Stefano Besseghini, Presidente di ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Una di quelle persone che mai e poi mai un cittadino si sarebbe sognato di conoscere, e che invece, dall’anno scorso, è diventato una figura nota, realistica nelle sue affermazioni ma allo stesso tempo rassicurante per noi tutti. Mai un presidente dell’Autorità era stato tanto presente sui media, e a giusta ragione. Chi meglio di un tecnico, che ha dedicato tutta la sua vita all’energia, e che ne conosce tutti i misteri, può dare risposte precise a cittadini, che come me, hanno difficoltà a leggere una bolletta, figuriamoci a raccapezzarsi in una crisi energetica così imponente e comprenderne durata e ricadute nella nostra vita? Nessuno.
Nella sua intervista ci spiega bene tutto quello che è stato fatto per ammortizzare l’impatto della crisi del gas, anche se gli effetti positivi sono stati molto diluiti dall’aumento dell’inflazione. Insomma è un momento davvero difficile per l’economia, e se non ci fossero istituzioni pronte perlomeno a tamponare, saremmo davvero fritti. Besseghini ci dice che “questa crisi molto lunga e inaspettata è stata affrontata con tempismo e senso di responsabilità da parte di tutte le componenti del sistema Paese. Da quando è iniziata l’ascesa dei prezzi, il governo ha messo a disposizione circa 50 miliardi di euro in strumenti a sostegno della generalità dei consumatori e con interventi mirati a sostegno dell’industria energivora e delle famiglie vulnerabili.”
Poi ci racconta del ruolo svolto dall’Autorità nella regolamentazione del settore dei rifiuti, che definisce “estremamente complesso perché ha una grande componente di lavoro, ha un investimento del comparto industriale certamente più piccolo e quindi sfugge più facilmente alle regole e alle logiche della regolazione.” Per passare all’acqua, un argomento di grandissima attualità. Besseghini ci ricorda che “l’aspetto più critico che dobbiamo affrontare riguarda le perdite nella rete. La situazione è critica ma si nota un miglioramento se pensiamo che dal 43% di dispersione siamo passati al 40%.”.
La siccità è talmente grave che nel Consiglio dei Ministri del 6 aprile scorso è stato approvato proprio il Decreto-Legge ‘Siccità’ che “introduce disposizioni urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche.” Una giungla. In Italia questo settore è governato da una pletora di enti, autorità, concessionari, gestori, commissari. Unica eccezione è il servizio idrico integrato, cioè servizi pubblici di acquedotto, fognatura e depurazione, che comprendono appena il 20% del totale dei prelievi - regolato proprio dall’ARERA del nostro Besseghini. E il restante 80% degli utilizzi? Privo di una mappatura. Il D-L cerca di mettere ordine nel comparto con la classica cabina di regia e il Commissario nazionale. Speriamo sia abbastanza!
Le copertine di PRIMOPIANOSCALAc del 2023 sono state pensate per creare con i volti degli intervistati una sorta di merchandising museale. Ogni mese un oggetto viene personalizzato con il suo volto, in bianco e nero. È così che una t-shirt, un magnete o una shopper diventano un ricordo, un’esperienza, un simbolo. I nostri ospiti si trasformano in vere e proprie figure iconiche, alla stregua delle opere esposte in un museo: l’Uomo Vitruviano di Leonardo, i girasoli di Van Gogh, la creazione di Michelangelo nella Cappella Sistina... E ogni intervistato diventerà talmente iconico da essere trattato come una pop star, che canta sui social. Per Besseghini, abbiamo scelto il c.d. powerbank (cioè un caricabatterie portatile), a rappresentare l’energia (il gas in realtà) che si preoccupa di stoccare a beneficio dei nostri freddi inverni. La canzone della versione musicale della sua copertina, altro elemento portante del 2023, è '7 Seconds'. L’abbiamo scelta perché… “La battaglia non è finita nemmeno quando la si vince”.

Mariella Palazzolo

Stefano Besseghini

Stefano Besseghini è, da agosto 2018, Presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). Nel settembre dello stesso anno è stato nominato Vice-President di Medreg - Association of Mediterranean Energy Regulators.
Besseghini, si laurea in Fisica presso l'Università degli Studi di Milano, dove consegue la specializzazione in Scienza e Tecnologia dei Materiali.
Nel novembre del 2010 è stato nominato Amministratore Delegato di RSE - Ricerca Sistema Energetico, incarico confermato nel maggio 2011. Nel giugno 2014, mantiene la sua carica di AD, alla quale aggiunge quella di Presidente, fino alla sua nomina in ARERA.
Ha contribuito allo sviluppo del Polo dell'innovazione della Valtellina (Politec), di cui è stato Amministratore Delegato dal 2007 al 2011. Successivamente, è stato presidente di Politec Banda Larga.
Da sempre legato al mondo della ricerca, ha lavorato presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) divenendo sin dal 1996 responsabile della sede di Lecco, una delle più attive realtà italiane nel settore della metallurgia fisica. Responsabile di diversi progetti di ricerca sia in ambito nazionale che internazionale, condotti sempre in una prospettiva di interazione con il sistema industriale. Questo gli ha permesso di sviluppare alcuni casi di successo di trasferimento tecnologico. È co-autore di 7 brevetti, di 80 pubblicazioni su riviste internazionali e di numerosi interventi in congressi nazionali ed internazionali. Inoltre, è valutatore di progetti di ricerca internazionale, nazionale e regionale, oltre a svolgere l’attività di referee per alcune riviste internazionali.
Nato in provincia di Sondrio, Besseghini ha 58 anni, è sposato ed ha un figlio.

Marco Sonsini