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Maggio 2023, Anno XV, n. 5

Luca Goretti

Gli Assi dei Cieli Compiono 100 Anni

Dal 1923 ad oggi sono cambiati gli uomini, gli aeroplani, l’organizzazione, ma lo spirito, che ogni giorno anima e guida gli uomini e le donne che vestono l’uniforme azzurra, è rimasto immutato.

Telos: Cento anni di storia e nella storia. Quali sono i punti salienti del vostro passato che ama ricordare?

Luca Goretti: Dal 1923 ad oggi sono cambiati gli uomini, gli aeroplani, l’organizzazione, ma lo spirito, che ogni giorno anima e guida gli uomini e le donne che vestono l’uniforme azzurra, è rimasto immutato. In questi cento anni abbiamo operato con il massimo impegno, dedizione e passione per mettere le nostre preziose capacità sempre al servizio della collettività e delle Istituzioni, fino ad essere ciò che siamo oggi, una Forza Armata dinamica, utile al Paese e con forte propensione all’innovazione tecnologica.
Due momenti salienti, tra i tanti che hanno caratterizzato il nostro passato ed indirizzato il nostro futuro, a mio parere possono essere rappresentati dall’operazione Desert Storm e dalla consegna del primo F35. Il primo risale al 1990 e ha segnato un’evoluzione operativa di rilievo: dopo 45 anni dalla Seconda Guerra Mondiale le Forze Armate italiane sono state, purtroppo, coinvolte in un conflitto. L’Aeronautica Militare, con l’operazione Locusta, grazie all’impiego del velivolo Tornado ha affrontato una nuova prova del fuoco. Il secondo momento ha invece segnato l’evoluzione del Combat Service Support e della ‘logistica di aderenza’, quando, nel 2016 tutta l’Aeronautica fece il primo passo verso la 5^ generazione: grazie ad uno sforzo corale, il primo F35 assegnato all’Aeronautica Militare, ed assemblato negli stabilimenti della FACO a Cameri, fece un volo oceanico di trasferimento per raggiungere la base americana di Patuxent River, in Maryland. L’AL1, nome di quel primo velivolo F35A, grazie alla capacità di rifornimento in volo garantita dal nostro tanker KC767A e dal supporto offerto da velivoli EFA e C-130J, raggiunse la destinazione superando i precedenti primati statunitensi di più lunga permanenza in volo.  Ebbi il privilegio di essere lì, quel 5 febbraio 2016 a Patuxent River, ad accogliere il nostro primo F35A con matricola “32-01”. Era l’inizio di una sfida epocale.

Quali sono le prospettive e le sfide per i prossimi 100?

L’evoluzione del mezzo aereo non si è mai fermata, anzi, con lo sguardo all’imminente futuro, si spingerà agli aeromobili di 6^ generazione fino al dominio aerospaziale. Basti pensare agli enormi passi in avanti che sono stati fatti negli ultimi decenni con i velivoli di 4^ generazione prima, gli Eurofighter, che sono la spina dorsale della nostra difesa aerea, e con gli F35 poi, velivoli ‘omniruolo’, grazie ai quali siamo entrati in una nuova dimensione: bassissima osservabilità, sensori all’avanguardia e capacità di intervenire dalla lunga distanza, caratteristiche tecnologiche che ci consentono di continuare a dare un contributo di prim’ordine alla sicurezza e difesa del Paese. La sfida tecnologica è di fatto una nuova realtà che nasce dai moderni scenari operativi, contraddistinti da minacce asimmetriche, in evoluzione costante e non più limitate ad un unico ambiente operativo. Il futuro del Potere Aereo infatti sarà definito da un ambiente complesso composto da diversi sistemi, pilotati e non, perfettamente integrati e connessi tra loro. I concetti di ‘multi-dominio’, di connettività e di ‘sistema dei sistemi’ sono i cardini delle future piattaforme aerospaziali. Il GCAP – Global Combat Air Programme, velivoli di 6^ generazione, insieme ai droni, piattaforme di comando e controllo, satelliti e le stazioni a terra saranno gli anelli di una catena informativa in grado di garantire una costante capacità di analisi e di azione.
La nostra visione è quella di mantenere un’Aeronautica Militare spiccatamente tecnologica, sempre più snella, agile, reattiva, capace e utile al Paese. Stiamo esplorando i nuovi orizzonti tecnologici e scientifici, con una maggiore attenzione anche alla sicurezza ed all’accesso allo spazio e cyber-spazio, per utilizzare tecnologie abilitanti sempre più innovative che ci permettano di guardare avanti, al domani, e di essere pronti a rimanere rilevanti di fronte al mutare dei rischi e delle minacce.

L’Arma azzurra è presente, sin dagli anni sessanta, in missioni internazionali e, da ultimo, nell’impiego particolare e straordinario ai margini del conflitto tra la Russia e l’Ucraina. Quali compiti e funzioni state svolgendo?

Dai primi anni ‘60 l’Aeronautica opera in missioni internazionali: dall’impegno in Africa sotto le Nazioni Unite per poi proseguire con le operazioni nella Guerra del Golfo, in Kuwait, nei Balcani, in Eritrea; successivamente agli sconvolgimenti mondiali del 2001, la Difesa e l’Aeronautica hanno dato il proprio contributo alla sicurezza internazionale operando anche in Afghanistan, in Iraq ed in Libia. Un passato di impegni a favore della collettività e della sicurezza internazionale. Oggi rinnoviamo ancora quell’impegno supportando attivamente, sin dal primo giorno, la difesa del fianco est della coalizione e partecipando alle operazioni di Air Policing della NATO. Lituania, Estonia, Islanda, Polonia, Romania, le nazioni sostenute nell’ultimo biennio. Per dare un’idea del nostro impegno nel 2022 abbiamo fatto più di 170 ‘scramble’ [ndr far decollare un caccia intercettore per intercettare e identificare un aereo sconosciuto] e 550 ore di volo, tra attività reali ed addestrative. Il 2023 lo abbiamo salutato in Romania dove i nostri Eurofighter saranno schierati almeno fino all’estate e poi il nostro lavoro a favore della NATO continuerà in Lituania fino a fine anno. Insomma, uno sforzo costante, continuativo, che ha visto, vede, e vedrà, uomini e donne in azzurro intenti ad assicurare la difesa dei cieli dell’Alleanza.
Ciò non ci distoglie da quello che è il nostro futuro, lo spazio. Il ruolo dello spazio e nello spazio cresce costantemente dal punto di vista delle strategie politiche, economiche e, di conseguenza, degli aspetti di sicurezza e difesa nazionale ed internazionale. L’Aeronautica Militare guarda con interesse particolare alla fascia aerospaziale compresa tra i 20 ed i 100 km di quota, quale prosecuzione naturale dello ‘spazio aereo’ dove opera quotidianamente. Questa fascia sarà resa accessibile dalle nuove tecnologie e diventerà una ‘porta’ per il transito dal dominio dell’aria a quello dello spazio.

Una lunghissima carriera, ricca di esperienze diverse, in Italia e all’estero. E non solo militari. Quale, tra le tante, ricorda con maggiore entusiasmo e perché?

Non c’è un singolo episodio che onestamente emerge tra tutti quelli che ho vissuto. È una carriera che mi ha dato molte soddisfazioni operative, tecniche ma soprattutto umane. Ho conosciuto donne e uomini speciali, in tuta, sporchi di grasso ma animati dalla passione del proprio lavoro; ho vissuto momenti felici tra colleghi di Corso, lo Zodiaco 3°, e di Gruppo, il 156°: due seconde famiglie tutt’ora unite. Ho vissuto purtroppo momenti difficili ed alcuni tristi anche recentemente. Ebbene una cosa che ancora oggi mi gratifica è il sorriso di un collega, sia esso Ufficiale o Sottufficiale, Navigante o di altre specialità. Mi appaga, mi motiva, mi consente di guardare avanti con fiducia. Come il sorriso di un mio collega che, avvilito da una progressione di carriera che non gli ha consentito di raggiungere i traguardi auspicati, mi ha chiesto di poter salutare la Bandiera di guerra dell’Aeronautica, proprio nel giorno del nostro centesimo compleanno, a Piazza del Popolo. In quel momento, un passante, vedendolo in uniforme gli ha dato una pacca sulla spalla e lo ha ringraziato per quello che fa. Ebbene quel suo sorriso, unito alla ‘classica’ lacrima per l’emozione di salutare il Tricolore, mi rimarrà impresso per tutta la vita. Lì, in quel momento, mi son sentito entusiasta di avergli offerto un’occasione indimenticabile.

Marco Sonsini

Editoriale

L’ospite di maggio di PRIMOPIANOSCALAc è un vero ospite d’onore: il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare italiana, l’Arma Azzurra! Quest’anno si festeggiano i 100 anni dalla Fondazione dell’Aeronautica militare, e prendiamo in prestito le parole che il generale Goretti ha usato nel corso della Celebrazione, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dei più alti rappresentati del Governo e delle Forze armate: “Il 28 marzo del 1923 nasceva la Regia aeronautica indipendente, con una propria uniforme e propri distintivi di grado e specialità.” Mattarella, in quell'occasione, ha decorato la Bandiera di guerra dell’Aeronautica, con l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia proprio per il suo impegno secolare sui “cieli d’Italia e del mondo”. Perché sottolineare questo fatto? Perché la Bandiera di guerra, come dice Goretti diventa “il simbolo di una storia fatta di valori, passione, attaccamento alle istituzioni e custode del ricordo e della memoria di chi ci ha preceduto e fatto grande l’Aeronautica.” Non sono frasi vuote queste, sono parole piene di pathos e commozione, che possono apparire fuori moda, e invece questi valori continuano ad essere il collante più forte che fa di ogni forza armata un blocco forte e unito, capace di affrontare ogni situazione, sfida, difficoltà…
Goretti, nella nostra intervista sottolinea sì l’importanza del passato, ma il presente e il futuro, nella sua visione di Capo di Stato Maggiore, sono ancora più centrali. Il presente fatto di impegni operativi straordinari, in un “contesto geostrategico estremamente variabile, incerto, instabile, talvolta critico come quello che stiamo vivendo nella guerra russo-ucraina”, come lo definisce nel corso di un’audizione che si è tenuta al Senato davanti alla Commissione Esteri e Difesa, il 23 marzo scorso, sulle linee programmatiche del suo mandato. Goretti ci descrive poi il ruolo strategico della tecnologia e dei dati per la difesa aerea, l’importanza dell’accordo sul Global Combat Air Programme (GCAP), droni, satelliti… Insomma la nostra Aeronautica non la vedremo solo nei cieli, ma anche nello spazio, o perlomeno nella “fascia aerospaziale compresa tra i 20 ed i 100 km di quota, quale prosecuzione naturale dello ‘spazio aereo’ dove opera quotidianamente.” Confesso la mia ignoranza, solo grazie a questa intervista mi sono resa conto che astronauti come Roberto Vittori (oggi Capo dell’Ufficio Generale per lo Spazio dell’Aeronautica Militare), Maurizio Cheli, Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano, sono, o sono stati, per prima cosa ufficiali dell’Arma azzurra. In realtà Goretti non fa riferimento a questo tipo di esperienze, ma parla della necessità di una leadership in un contesto che sente come la naturale prosecuzione del dominio aereo dove l’Aeronautica è impegnata tutti i giorni. È strategicamente rilevante che l’Italia si doti degli strumenti necessari per operare nell’Aerospazio in maniera libera ma anche per difendere i propri interessi nello spazio che è sempre più affollato. E chi può fare questo se non l’Aeronautica Militare? Spazio e Aerospazio sono un continuum dove esprimere le sue competenze. L’Aerospazio, è quindi una risorsa imprescindibile per il Paese che deve essere coltivata, una ricchezza economica, occupazionale, tecnologica e sociale fondamentale che va valorizzata, tutelata, protetta e difesa. L’intervista al comandante Goretti ci dà uno spaccato entusiasmante su quello che la sua Arma ha fatto, fa e farà, ma è fondamentalmente intrisa dalla caratteristica più importante, e meno conosciuta, che fa la differenza tra un generale e un comandante di uomini: l’umanità, l’interesse, la vicinanza reale e tangibile ai suoi uomini, siano essi “Ufficiali o Sottufficiali, Naviganti o di altre specialità.”
Le copertine di PRIMOPIANOSCALAc del 2023 sono state pensate per creare, con i volti dei protagonisti, una sorta di merchandising museale. Ogni mese un oggetto viene personalizzato con il volto in bianco e nero dell’intervistato. È così che una t-shirt, un magnete o una shopper diventano un ricordo, un’esperienza, un simbolo. I nostri ospiti si trasformano in vere e proprie figure iconiche, alla stregua delle opere esposte in un museo: l’Uomo Vitruviano di Leonardo, i girasoli di Van Gogh, la creazione di Michelangelo nella Cappella Sistina... Per Goretti, abbiamo scelto uno zainetto da pilota, a rappresentare il suo lavoro e la sua Arma. A noi non resta che ringraziare. Per tutto.

Mariella Palazzolo

Luca Goretti

Il Gen. S.A. Luca Goretti è il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare dal 31 ottobre 2021. La sua lunga carriera inizia all’Accademia Aeronautica, Corso “ZODIACO 3°”. A conclusione dell’iter accademico militare si è laureato prima in Scienze Aeronautiche presso l’Università di Napoli (1984) e poi in Scienze Politiche presso l’Università di Trieste (2005). Nel 1985 ha conseguito il brevetto di Pilota Militare presso l’Euro Nato Joint Jet Pilot Training (ENJJPT) di Sheppard AFB in Texas (USA) su velivolo T-38. Al termine del corso pre-Operativo è stato assegnato al 156° Gruppo del 36° Stormo di Gioia del Colle (BA), come pilota della 383a Squadriglia. Da Comandante della stessa ha partecipato alla fase iniziale delle Operazioni nel Golfo Persico. Successivamente tra gli anni 1995 e 1998, prima da Capo Sezione Operazioni e poi come Comandante del 156° Gruppo, ha preso parte alle operazioni in volo legate alla crisi balcanica, all’interno delle Operazioni NATO in “Ex Yugoslavia”. Dopo innumerevoli esperienze all’interno della NATO e dopo la promozione a Colonnello, Goretti, ha ricoperto fino a giugno 2003 gli incarichi di Capo del 1° Ufficio dell’Ispettorato per la Sicurezza del Volo e Direttore della Rivista SV. Nel giugno 2003 è stato poi assegnato presso il 32° Stormo quale Ufficiale Superiore a disposizione del Comandante di Stormo, del quale assume il comando nel luglio 2003, incarico che ricopre fino al settembre 2005. Da allora è stato Vice Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa e poi Addetto per la Difesa e la Cooperazione per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, D.C. (USA). Durante questo periodo, ha anche rappresentato l’Italia come Osservatore Permanente presso la “Giunta Interamericana” con sede a Washington D.C. Dal febbraio 2019 al 30 ottobre 2021 ha ricoperto l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare. Ha al suo attivo circa 3000 ore di volo, di cui più di 2000 sul Tornado ed è abilitato per pilotare: SF-260, T37, T38, G91T, PA200, AMX-T, AMX, NH500, HH139.
La sua passione? Il volo ovviamente! “Tutt’ora volo sul Tornado e provo la stessa emozione del primo giorno. Per noi essere sull’aereo è come stare a casa. Un pilota deve portare la sua passione su un mezzo meccanico: questa è l’essenza del pilota.”
Il Gen. S.A. Goretti è nato a Roma il 15 maggio 1962 ed è sposato con la signora Lorena.

Marco Sonsini