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Telosaes.it

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Febbraio 2023, Anno XV, n. 2

Vito Cozzoli

Divano o Corsetta?

Dall’Eurobarometro 2022 dedicato allo sport e all’attività fisica risulta che il 56% degli italiani, dichiara di non fare mai esercizio fisico. Un dato in miglioramento rispetto a quello dell'Eurobarometro 2018 quando in Italia era del 62% la quota di cittadini che non si muoveva affatto.

Telos: A febbraio 2020 viene nominato Presidente e AD di Sport e Salute SpA. La Società nasce nel 2018, ma pochi ne conoscono genesi e compiti. Ce ne vuole parlare?

Vito Cozzoli: Due parole, Sport e Salute, che ne evidenziano l'anima e lo scopo: la promozione dello sport di base e dei corretti stili di vita. Con la nascita di Sport e Salute Spa, lo Stato ha voluto dare un segnale di cambiamento, valorizzando lo sport e rendendolo uno strumento di politiche sociali. Una società per azioni, che ha come unico azionista il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), che riveste il ruolo strategico di coordinamento e integrazione tra organismi istituzionali, stakeholder, sportivi e aziende. Attua le politiche di sviluppo e sostenibilità della pratica sportiva, fornendo servizi di interesse generale a favore dello sport, sotto le indicazioni dell’Autorità governativa competente. Ma Sport e Salute ha anche il compito e l’ambizione di innovare il sistema sportivo italiano, con particolare riferimento alla valorizzazione della funzione sociale dello sport e a grandi temi, tra cui terza età, scuola, emarginazione sociale, welfare. Promuove iniziative per aiutare la popolazione ad adottare corretti stili di vita e a migliorare le proprie condizioni di salute attraverso lo sport. La Società ha lanciato la campagna mediatica “Basta una goccia di sport”, con il coinvolgimento di esperti di rilevanza nazionale e dei Legend di Sport e Salute, finalizzata alla promozione dei corretti stili di vita e al racconto dei differenti benefici che derivano dall’adozione di un nuovo modello, più sano per ciascun individuo e più sostenibile per la società.

Un elemento di grande interesse è l’approccio allo sport non solo dal datato punto di vista ‘CONI’, ma con la parola salute la Società diventa una sorta di trait-d’union tra il Ministro dello Sport e quello della Salute. In cosa si sostanzia questo aspetto?

Bisogna capire come oggi lo sport di alto livello e lo sport di tutti rappresentano due facce della stessa medaglia. Dobbiamo partire da un dato. La Commissione Europea ha recentemente pubblicato il quinto Eurobarometro dedicato allo sport e all’attività fisica per monitorare la pratica dello sport in Europa. Dall'indagine risulta che il 56% degli italiani, dichiara di non fare mai esercizio fisico. Un dato in miglioramento di 6 punti percentuali rispetto all'Eurobarometro 2018, quando in Italia era del 62% la quota di cittadini che non si muoveva affatto. Ecco cosa è successo, soprattutto in questi anni: una presa di coscienza che ha messo in moto virtuosismi che, tradotti in pratica, hanno cambiato l’ottica di rappresentazione e intermediazione dello sport. Rappresentazione perché oggi è al centro delle scelte politiche. Intermediazione perché lo sport ha assunto quella connotazione sociale che ci è congeniale per riprogettare la vita delle nostre città. E senza lo sport, il movimento, il benessere fisico, la vita non è la stessa.
I dati non ci devono fare dormire sonni tranquilli, ma è anche giusto riconoscerne i meriti al sistema sportivo italiano, in particolare alla rete associativa di base e, permettetemi, anche a Sport e Salute. È un risultato frutto di una serie di importanti investimenti e di una politica sportiva con due anime: sociale e industriale.

Il Suo arrivo coincide con un momento storico particolarmente difficile sia per lo sport che per la salute: lo scoppio della pandemia Covid-19. Cosa si è trovato a dover affrontare sin da subito e in questi quasi tre anni?

Non è stato facile promuovere lo sport senza gli spazi utilizzabili. In tempi di distanziamento fisico e, ahimè, anche sociale, se non ci fosse stato lo sport oggi avremmo una società ancora più in difficoltà. Se non ci fosse stata la tecnologia avremmo perso per strada milioni di persone che invece hanno fatto attività fisica e motoria in casa e negli spazi condominiali prima e nelle piazze, nei parchi e all’aperto poi. La pandemia ci ha costretti a ripensare alla centralità di noi stessi, dei nostri affetti e delle nostre comunità. Ci ha portati a pensarci in un futuro migliore, partendo dal nostro presente. Siamo riusciti a sostenere, grazie ai bonus, oltre 197.000 collaboratori sportivi, cioè tutti quegli istruttori e tecnici che portano avanti le nostre associazioni sportive. Già prima della pandemia lo stato di salute dei cittadini del nostro Paese aveva enormi margini di miglioramento. La società ha finalizzato oltre 2,6 miliardi di euro per salvaguardare il sistema e la pratica sportiva dei cittadini, per promuovere un nuovo modello educativo-motorio nella Scuola primaria (progetto Scuola Attiva, che coinvolge quasi 2 milioni di studenti) per sostenere l’azione delle Regioni e degli Enti Locali in ambito sportivo, per sviluppare e sostenere le nuove forme di attività fisica e sportiva, con l’obiettivo di fare crescere la qualità della vita dei cittadini e delle comunità. Lo ha fatto attivando partnership e alleanze per lo sport e per le città, per ricercare soluzioni mirate al benessere dei cittadini e alle politiche sociali attraverso lo sport, in particolare per giovani, persone fragili e over 65, per la creazione di network fra le città per lo sviluppo dello sport in ambito urbano attraverso il progetto Sport nei Parchi. Grazie al Protocollo d’Intesa con ANCI, le nostre progettualità riescono a diffondersi nel Paese, e portano la cultura dell’attività fisica a tutti i cittadini. Per Sport e Salute l’attività sportiva è uno straordinario strumento per investire non solo sul capitale umano, ma anche per favorire l’inclusione, l’integrazione, la crescita culturale e la socializzazione.  Attraverso questi progetti, Sport e Salute promuove e valorizza l’attività fisica, lo sport e l’aggregazione ‘gratuita’ nelle 50 periferie delle nostre città dove lo sport è un baluardo straordinario contro il disagio giovanile, in quasi 100 spazi civici per promuovere il protagonismo giovanile, negli impianti delle quasi 450 associazioni che hanno aperto le loro porte gratuitamente a oltre 100.000 persone fragili, in quasi 100 Istituti Penitenziari italiani, per adulti e minori. Come si fa tutto questo? Lo abbiamo imparato soprattutto durante la pandemia: fare rete e fare sistema sono stati la chiave di volta per mantenere in vita il sistema sportivo italiano. Un sistema sportivo che si è rivelato centrale nella socialità di tutti i giorni e che ha evidenziato i propri limiti storici in termini di innovazione. In questi due anni l'attenzione è stata concepita in modo centrale sulla combinazione tra ‘investimenti e necessità’. Il progetto WeSportUp, al Foro Italico, incubatore per far crescere le migliori startup italiane in ambito sport e wellness, attraendo talenti dall’estero in collaborazione con i principali attori del sistema, vuole favorire lo sviluppo di questi bisogni attraverso la tecnologia come alleata in questa sfida.
Puntiamo sull’innovazione per far crescere il mondo dello sport da tutti i punti di vista.

Una lunghissima carriera all’interno delle Istituzioni, da Consigliere parlamentare con incarichi di rilevanza crescente, a Capo di Gabinetto in vari Ministeri - senza dimenticare il fatto di essere pure avvocato cassazionista. Potrebbe descrivere l'impronta che queste esperienze hanno lasciato in Lei?

La concretezza e la capacità di credere nell’innovazione, nel merito e nella responsabilità di servire lo Stato e soprattutto gli altri. Ho capito che la differenza che c’è tra ‘fare’ e ‘fare bene’ è soprattutto nell’obiettivo finale: quando fai bene lo fai per gli altri, per questo nelle azioni che ho portato avanti e nelle scelte che ancora oggi contraddistinguono Sport e Salute c’è sempre alla base la comunità. Valore costante in ogni ambito: alla Camera dei Deputati, al Governo e a Sport e Salute. E chi meglio dello sport, riesce a trasmettere quel segnale di unità e inclusività di cui il nostro Paese ha bisogno? Uno sport per tutti significa abbattere muri e creare occasioni di collaborazione, quella rete capillare che stiamo costruendo per non lasciare indietro nessuno e dare a chiunque le stesse possibilità, indipendentemente da dove è nato. Quando penso a cosa faccio tutti i giorni, penso a tutte quelle realtà che, come Sport e Salute, abbiamo il dovere di aiutare seguendo una logica principale: il bene comune.

Marco Sonsini

Editoriale

Non siamo più un popolo di sedentari? Forse lo siamo ancora, ma stiamo migliorando. Se tre anni fa eravamo il quinto Paese più sedentario d'Europa, oggi siamo l'undicesimo: “Una piccola rimonta è iniziata - lo dice lo studio Eurobarometro della Commissione Europea - e ci ha permesso di metterci alle spalle un discreto numero di vicini nobili come Germania, Olanda, Lussemburgo, Belgio, per non parlare di Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Lettonia e Malta. Negli ultimi cinque anni circa tre milioni e mezzo di persone hanno cominciato a fare sport.” Questo scrive l’avv. Vito Cozzoli, nostro intervistato del numero di febbraio di PRIMOPIANOSCALAc, Presidente e AD di Sport e Salute S.p.A., nel suo intervento al forum “Calcio & Welfare”, che si è tenuto a Napoli nel dicembre scorso. Napoli, la città che si candida Capitale europea dello Sport 2026, e che, sempre a dire dell’Avv. Cozzoli, “(…) è pronta. La sua candidatura ha un significato strategico e sottolinea l'importanza della pratica sportiva come presidio di salute, di educazione, di innovazione e di volano per l'economia.”  Ma cosa porta un giurista, barese di nascita e romano di adozione e formazione, da oltre 30 anni al servizio delle Istituzioni in più ruoli, ad accettare di guidare la società dello Stato che promuove lo sport e i corretti stili di vita? Forse, come ci confessa nella nostra intervista, il fatto di aver capito in questi 30 anni che “la differenza che c’è tra ‘fare’ e ‘fare bene’ è soprattutto nell’obiettivo finale: quando fai bene lo fai per gli altri (…).”
Una vocazione, quella di fare per gli altri, che è insita nella missione della Società.  “Due parole, Sport e Salute, che ne evidenziano l'anima e lo scopo: la promozione dello sport di base e dei corretti stili di vita.” Siamo certi che quello che è accaduto lo scorso 1° febbraio sia stato vissuto dall’Avv. Cozzoli, e da tutti in Sport e Salute, come il coronamento di tutti gli sforzi fatti in  questi anni difficilissimi vissuti dal settore a causa del Covid: la presentazione al Presidente Mattarella del Piano per lo sport sociale, che prevede progetti per abbattere le barriere di accesso allo sport e declinare concretamente il principio del diritto allo sport per tutti.
Alla nostra domanda sulle difficoltà incontrate in questi tre anni Cozzoli risponde ribaltando la prospettiva. Riconosce che nei primi due, quelli di piena pandemia, promuovere lo sport senza poter fare sport è stato complesso. Quello è stato il momento per sostenere economicamente i 197mila lavoratori del settore, ma quel tempo sospeso ha permesso di dedicarsi a programmare la ripartenza. Ad esempio, “attivando partnership e alleanze per lo sport e per le città, per ricercare soluzioni mirate al benessere dei cittadini e alle politiche sociali” o con il Progetto Quartieri, progetto di inclusione con il quale Sport e Salute è arrivata nei quartieri più difficili, dove lo sport non è soltanto uno strumento di salute fisica, ma anche di salute morale. Cozzoli non si limita a identificare, approvare e portare avanti queste iniziative, ma si spende in prima persona affinché portino a risultati. Ne è ambasciatore costante e infaticabile: non c’è angolo del nostro Paese dove non sia stato a portare, con un sorriso smagliante, anche il più piccolo contributo della società che guida. In questa intervista ce ne racconta la genesi e gli obiettivi, le esperienze più belle e memorabili, le difficoltà e i successi. Lo fa con il tono e le parole appassionate di chi ci crede veramente. Vuoi vedere che il fine giurista, il grand commis de l'État, non abbia trovato una missione che lo porta al di fuori dai Palazzi che ha frequentato per tanti anni, e lo coinvolge pienamente? Il suo volto sempre sorridente ci fa sospettare di sì.
Anche la copertina del mese di febbraio di PRIMOPIANOSCALAc è in linea con il nuovo progetto grafico: creare con i volti degli intervistati una sorta di merchandising museale. Ogni mese troverete un oggetto personalizzato con il volto in bianco e nero dell’intervistato. I nostri ospiti diventano quindi delle vere e proprie figure iconiche, alla stregua di quelle che troviamo sugli articoli ispirati alle opere esposte in un museo: la Gioconda, i due paffuti angioletti della Madonna Sistina di Raffaello, il cielo stellato di Van Gogh... E ogni personaggio diventerà talmente iconico da essere trattato come una pop star, che canta sui social. Per Cozzoli, abbiamo scelto la tazza, oggetto che il visitatore di ogni museo del mondo si aspetta di trovare, sempre! Il più richiesto dai visitatori. La canzone della versione musicale della copertina, altro elemento portante del progetto 2023, è ispirata allo sport. Un vero e proprio classico, la colonna sonora del primo film dedicato allo sport a vincere un Oscar. Occhio!

Mariella Palazzolo

Vito Cozzoli

Vito Cozzoli è Presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute SpA, da marzo 2020. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, dal 1991 è Consigliere Parlamentare della Camera dei Deputati, dove ricopre diversi incarichi, tra i quali quello di Consigliere Capo Servizio e Capo dell’Avvocatura della Camera dei Deputati, nel 2006-2014. Dal 1992 è Avvocato Cassazionista, iscritto nell’Elenco speciale degli Avvocati della Camera dei Deputati. Nel 2014-2016 è stato Capo di Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico; nel 2017-2018 Capo del Servizio di Sicurezza della Camera dei Deputati. Nel 2018-2019 torna a svolgere l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali; nel 2019-2020 è Capo di Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico. Dal 1991 svolge attività di docenza universitaria: è Professore di Diritto Pubblico presso la facoltà di Economia della Libera Università Mediterranea Jean Monnet di Bari, del Master in Istituzioni Parlamentari Europee della ‘Sapienza’ di Roma e del Master ‘Parlamento e Politiche Pubbliche’ della LUISS-Guido Carli di Roma, dove è anche Direttore del Corso di perfezionamento in ‘Gestione delle Crisi d’Impresa’. Tra gli altri suoi incarichi, è Presidente della Commissione di secondo grado per le licenze UEFA presso la Federazione Italiana Giuoco Calcio e Presidente dell’Associazione ‘Amerigo International Cultural Exchanges Programs Alumni’.
È giornalista pubblicista dal 1988 e autore di saggi scientifici in tema di Diritto pubblico dell’economia e di Crisi d’impresa.
Cosa fa nel tempo libero? Gioca a tennis e tifa Inter. È anche un grande estimatore dell’arte del ‘400. Ha tre figli, il maggiore dei quali vive negli USA, la seconda invece, dopo un’esperienza statunitense, è tornata in Italia e studia Comunicazione, il più piccolo vive a Roma e frequenta una scuola internazionale.

Marco Sonsini