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Agosto 2022, Anno XIV, n. 8

Federico Freni

Il Camerlengo della Manovra

Un tecnico puro non capirà mai le ragioni e le dinamiche della politica, ma ho la sicura speranza che un buon politico possa avere (anzi debba avere) anche adeguate competenze tecniche.

Telos: Quando fu nominato Sottosegretario, i giornali intitolarono su questa falsariga: arriva l’avvocato gentile. Cosa significava al tempo e cosa ha significato in quest’anno di governo?

Federico Freni: Non ricordo quale quotidiano coniò quella definizione, ricordo però che leggendola sorrisi. Vede, io credo che a questo mondo un sorriso in più sia sempre meglio che uno in meno, soprattutto in un contesto, come quello della politica, dove i sorrisi sono rari. Non si tratta solo di essere gentili, quanto di ascoltare le ragioni di tutti, maggioranza e opposizione, e trovare la composizione più giusta: perché nessuna maggioranza avrà mai completamente ragione e nessuna opposizione avrà mai completamente torto . Pensi che nei lunghi giorni dell’approvazione della Legge di Bilancio uscì un pezzo gustosissimo su un quotidiano dove venivo definito 'camerlengo della manovra' anche in quel caso -con discreto successo- ho cercato di comporre le ragioni di tutti. Insomma, è ovvio che ciascuno di noi abbia una legittima posizione politica, ma credo che il dovere di chi governa sia quello di valutare al meglio ogni posizione, assegnando ovviamente prevalenza agli interessi del Paese. E poi guardi, in ultima analisi, sorridere fa anche bene alla salute, provare per credere!

Un tecnico prestato alla politica, ecco come si è spesso ‘autodefinito’. Ma, a prescindere dal fatto di essere o meno un eletto, crede che questa distinzione esista davvero?

Di solito la distinzione tra tecnici e politici viene usata per rimarcare la capacità dei tecnici a fronte della presunta incapacità dei politici. Anche se in questa legislatura abbiamo assistito a discussioni (tecnicamente, per carità) surreali, io credo che un buon politico debba essere anche un buon tecnico. Non ho mai creduto alla regola che 'uno vale uno' meno che mai in politica. Occorre, anzitutto, studiare e, soprattutto, serve molta umiltà: parlare a sproposito di temi che non si conoscono o che non si sono adeguatamente approfonditi può essere dannoso. Quindi, per concludere, spero che questa distinzione si affievolisca sempre più, perché sono consapevole che un tecnico puro non capirà mai le ragioni e le dinamiche della politica, ma ho la sicura speranza che un buon politico possa avere (anzi debba avere) anche adeguate competenze tecniche.

Tasse e coesione sociale, argomento sempre caldo che in questo periodo è diventato caldissimo. Qual è il suo punto di vista su cosa fare in concreto per affrontare questo periodo di incertezza economica?

Non ci aspetta un periodo facile. Le condizioni geopolitiche si riflettono anche sul Bilancio dello Stato, e ci impongono scelte razionali e orientate. Ma questo non significa abiurare ai propri valori, non significa dimenticare i bisogni del Paese. Solo un serio lavoro sulle riforme ci può dare quell’ossigeno di cui abbiamo bisogno: ma le riforme per essere veramente efficaci devono essere anche sostenibili, devono potersi rapportare con il tessuto economico e sociale del Paese senza strappi, perché anche la migliore riforma se non è sostenibile rischia di tradursi in un boomerang economico e sociale. A maggior ragione in questo periodo dobbiamo mettere da parte ogni approccio ideologico e concentrarci sui bisogni reali di famiglie e imprese.

Il Prof. Avv. Freni, nella sua precedente vita, è stato autore di numerose pubblicazioni scientifiche su temi di diritto amministrativo e di giustizia contabile. Oggi invece vogliamo conoscere il Freni lettore e appassionato di opera. Ce li descrive?

Diciamo che ciascuno di noi ha più volti. Io, se non facessi questo mestiere, se non avessi studiato per fare l’avvocato e poi il professore universitario, mi sarei iscritto al conservatorio. Ho un amore viscerale e sconfinato per l’opera lirica e, più in generale, per la musica classica. Non si può vivere senza Bach, non si può capire l’essere umano senza aver ascoltato nel profondo Bruckner o Chopin, nessuno vive la passione meglio di Puccini e nessuno ci ha restituito l’impeto e le emozioni come Verdi. Devo molto ad una nonna materna che mi ha portato in giro per teatri d’opera sin dai 13 anni, ma devo dire che oggi la musica, e l’opera in particolare, è un elemento integrante della mia vita. Insomma, senza alcuna originalità, mi sveglio con l’opera e vado a letto ascoltando Bach. È vero, sono anche un lettore compulsivo e seriale, e leggo rigorosamente libri di carta: l’eccesso di tecnologia non fa per me, ho bisogno dell’odore della carta, del peso di ogni pagina, mi piace il gesto di sfogliare il libro nella sua fisicità. Questo inverno ho riletto tanti classici russi: dal mio prediletto Oblomov di Goncarov (uno dei massimi capolavori della letteratura russa e mondiale), sino all’indimenticato Guerra e Pace (ne è uscita di recente una nuova traduzione, splendida) e a La morte di Ivan Il'ič di Tolstoj. Vanno riletti, i russi, almeno ogni cinque anni: a maggior ragione poi, in questo periodo non credo si possa comprendere a fondo questa sciagurata guerra senza aver letto i classici della letteratura russa. Su di me almeno hanno una funzione quasi taumaturgica. Però, ed è una mia fissazione, i russi si leggono con il freddo, ora con l’estate ho spostato l’attenzione su narrative più accomodanti, dai gialli di Manzini sino alla saggistica storica (bellissimo, a proposito, l’ultimo volume storico di Galli della Loggia). Ad esempio, se dovessi spiegare chi sono i politici con l’opera citerei immediatamente un passaggio del prologo dei Pagliacci di Leoncavallo, che credo renda bene l’idea:
E voi, piuttosto che le nostre povere
gabbane d'istrioni, le nostr'anime considerate, poiché noi siam uomini
di carne e d'ossa, e che di quest'orfano mondo al pari di voi spiriamo l'aere!

Marco Sonsini

Editoriale

L’ospite del numero di agosto di PRIMOPIANOSCALAc vogliamo svelarlo piano piano, indizio dopo indizio. Uomo? Sì. Professione? Avvocato e professore universitario. Giovane? Sì, per i canoni italiani giovanissimo direi. Aggressivo e polemico? No, anzi! Profondo conoscitore di musica e letteratura? Si. Un identikit che mal si attaglia ad un esponente del governo generico medio. Invece il nostro intervistato questo è, questo fa (o almeno lo farà fino alla formazione del nuovo governo): il Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze nel Governo Draghi nominato dal Consiglio dei Ministri il 23 settembre ed entrato in carica dal 28 settembre 2021, al posto del dimissionario Claudio Durigon . Una figura scelta anche per le sue riconosciute capacità di negoziatore. Parliamo di Federico Freni.  In questo anno è riuscito a raggiungere delle intese impensate, studiando ogni dossier e trovando delle soluzioni per mettere d’accordo i partiti recalcitranti. Un lavoro tecnico sì, ma allo stesso tempo politico, dal quale spesso viene fuori che la lotta all’arzigogolo come strumento preferito dalla politica italiana non è semplice. Il suo ruolo nel corso dell’approvazione dell’ultima finanziaria gli ha fatto guadagnare il titolo di ‘camerlengo della manovra’, al quale accenna, e, ci rimanda a questa cronaca puntuale raccontata sull’Huffington Post da Giuseppe Colombo nel suo ‘gustosissimo’ pezzo, come lo definisce lo stesso Freni, “Poche ore per toccar palla sulla manovra. E buonanotte ai senatori”. Tecnico? Politico? Ma esistono davvero i governi tecnici? Sappiamo bene che la distinzione tra governo tecnico e governo politico non trova fondamento nella nostra Costituzione e probabilmente non ha senso dal punto di vista formale. Tuttavia, la definizione di governo tecnico è entrata a far parte del lessico politico per indicare quei governi caratterizzati da una teorica neutralità rispetto agli orientamenti politici presenti in Parlamento. Si tratterebbe quindi di un esecutivo nel quale il Presidente del Consiglio e la gran parte dei Ministri non vengono individuati tra le forze politiche ma tra esperti indipendenti. La definizione si associa all’idea di tecnocrazia, cioè un governo dei tecnici come estremo tentativo di risoluzione dei problemi di un Paese seguendo una linea scientifica, razionale e rigorosa. Anche a rischio di apparire iconoclasta, mi convince molto di più la definizione del Prof. Elio Borgonovi, che li descrive come “persone che hanno determinate conoscenze e competenze che per un periodo più o meno lungo della loro vita e a seguito di diversi processi di legittimazione e di nomina, svolgono la funzione di governo che è una funzione politica tout court.” Se così non fosse ci si dimenticherebbe il semplice fatto che ogni governo nasce da una precisa scelta politica, e non esistono governi che non passino attraverso la fiducia delle Camere. Non possiamo chiudere gli occhi davanti al fatto che la Costituzione Italiana sancisce la forma di governo parlamentare, e che quindi la formazione del Governo dipende dal Parlamento che dovrà sostenerlo dalla nascita e nell’esercizio delle sue funzioni.
L’ultima domanda che rivolgiamo a Freni è molto personale. Gli abbiamo chiesto, timidamente, di entrare nel suo mondo di musicologo e lettore voracissimo. Non si tira indietro, e la sua è una riposta appassionata e intensa. Tutta da leggere. Anche perché Freni ci descrive i politici all’opera attraverso una citazione tratta da … un’Opera!
La copertina del numero di agosto di PRIMOPIANOSCALAc, dedicato a Federico Freni, mantiene il consueto sapore pop e onirico: ritrae il volto dell’intervistato che porta, a mo’ di copricapo, alcuni elementi distintivi del suo lavoro, ruolo, vita… mescolati con la tecnica del collage, e come nel collage, le figure sono giustapposte le une alle altre, senza elaborazioni. Freni, l’avvocato gentile, è acconciato con i monumenti della Città Eterna, la sua attuale sede di lavoro, la sua professione - l’avvocato in toga fino all’enciclopedia del diritto- e TUTTE le sue passioni: cucina, Opera e libri.
Con questo numero di agosto, pubblicato un po’ in anticipo rispetto al consueto fine mese, noi di Telos A&S vogliamo augurarvi che questa calda estate, resa ancora più calda da una campagna elettorale inconsueta, anzi quasi unica per la stagione, possa essere vivacizzata da fresche e interessanti proposte politiche. Dimenticavo, ricomincia pure il campionato di calcio, che quest’anno riparte prima di Ferragosto per via della pausa per i Mondiali. Sotto l’ombrellone si parlerà solo di pallone e politica, come se l’estate fosse già finita.

Mariella Palazzolo

Federico Freni

Federico Freni è Sottosegretario di Stato dell’Economia e delle Finanze da settembre 2021, con delega alla spesa sociale e previdenziale, rapporti con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (in particolare, giochi e tabacchi) e partecipazione ai Tavoli di lavoro del Ministero dello Sviluppo Economico sulle crisi d’impresa.
Si è laureato nel 2004 in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e ha conseguito il Dottorato di ricerca in Diritto amministrativo. Ha svolto attività di ricerca in Diritto amministrativo presso la sezione di Diritto Pubblico della stessa Università, per poi divenire Cultore della materia (Diritto amministrativo) sia alla Sapienza di Roma che all’Università del Salento.
È docente di Diritto amministrativo e Diritto processuale amministrativo presso la Scuola di Specializzazione dell’Università Luiss - Guido Carli e, dal 2019, Professore straordinario di Diritto amministrativo presso l’Università Pegaso.
Avvocato del Foro di Roma, nel 2015 ha conseguito l’abilitazione al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Dal 2014 è Socio fondatore dello Studio MVL Avvocati Associati di Roma; è inoltre Socio fondatore e componente del direttivo dell’Associazione Giovani Amministrativisti (AGAmm).
Dal 2018 al 2021 è stato Consigliere giuridico del Gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier, sia alla Camera che al Senato.
Dal 2020 al 2021 è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di 4AIM SICAF.
È autore di pubblicazioni scientifiche e monografie, tra le quali Il nuovo ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ed è membro del Comitato di redazione della rivista giuridica Giustamm, dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.     
Nel tempo libero coltiva diversi interessi. Quali? Ama cucinare, leggere e ascoltare musica classica ed opera. E gli piace girare l’Europa per teatri d’opera.
A suo dire, la frase che più lo rappresenta è un antico adagio, attribuito a S. Agostino: serva ordinem, et ordo te servabit (conserva l’ordine, e l’ordine ti salverà).
È nato e vive a Roma - e non la cambierebbe con nessuna città al mondo - è sposato e ha due figlie di 6 e 8 anni. Ha 42 anni. 

Marco Sonsini