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Giugno 2019, Anno XI, n. 6

Chiara Appendino

La Sindaca Inarrestabile

"(…) l’Amministrazione di una Città è cosa “altra” dalla Politica, che la interseca solo in parte. Un Sindaco non può - mi conceda il termine - permettersi il lusso di argomentare su ideologie, su temi del dibattito nazionale o su prospettive troppo ampie. I cittadini chiedono al Sindaco di riparare le buche, di tagliare l’erba, di far passare i tram. Il resto viene dopo."

Telos: Ogni volta che si parla dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio, viene utilizzata l’espressione, suggestiva, di Sindaco d’Italia. Ma allora è vero che un Sindaco ha, nell’amministrare la propria città, più potere di quanto non ne abbia oggi il Presidente del Consiglio?

Chiara Appendino: Esageruma nen, come diciamo qua a Torino. Io non credo che si tratti tanto di poteri quanto di vicinanza ai cittadini. Come sa ogni Sindaco – e come non mi stancherò mai di ripetere – il Sindaco è il terminale più esposto verso i cittadini. Quando un cittadino ha un problema, qualsiasi problema, anche se di competenza di un altro organo istituzionale, va sotto il Municipio, che è la casa di tutte e tutti. Ed è giusto così. Veniamo così alla questione dei poteri. Il Sindaco ha senza dubbio ampi poteri su quelle che sono le competenze del suo ruolo. Che in realtà sono molto più ristrette di quel che si pensi. Ci sono temi fondamentali come la Sanità, ad esempio, che sono di competenza regionale. Oppure sulla Pubblica Sicurezza, che sono di competenza preminente dello Stato. Ma c’è un altro vincolo, più stringente di tutti gli altri: il bilancio. Si può avere potere su tutto ma se non ci sono soldi per portare avanti azioni diventa un mero potere su carta.

La crisi del sistema dei partiti è stata molto probabilmente l’origine del diffuso sentimento anti-politico. Eppure questo distacco tra cittadini e la politica è molto meno forte quando si parla del Sindaco. Riscontra ancora passione politica tra i suoi cittadini?

Io credo che qui il punto sia che l’Amministrazione di una Città è cosa "altra" dalla Politica, che la interseca solo in parte. Mi spiego meglio. Fermo restando che qualsiasi scelta è Politica e che un programma di governo cittadino si incardina su basi politiche, la traduzione di quella politica in scelte concrete è poi l’atto dell’Amministrare. Ecco, i cittadini valutano su quelle. Un Sindaco non può - mi conceda il termine - permettersi il lusso di argomentare su ideologie, su temi del dibattito nazionale o su prospettive troppo ampie. I cittadini chiedono al Sindaco di riparare le buche, di tagliare l’erba, di far passare i tram. Il resto viene dopo. Il Sindaco deve fare tutto questo e, allo stesso tempo (anzi, prima) deve essere in grado di dare alla sua Città una prospettiva che guardi a vent’anni o più. Il Sindaco è vicino ai cittadini perché è vicino ai loro problemi e alla loro quotidianità.

A poco più di metà mandato si può fare un bilancio realistico del proprio lavoro. Del suo programma elettorale cosa si è realizzato e cosa è rimasto ancora da portare a termine?

I bilanci preferisco li facciano i cittadini. Con la mia Giunta e la mia maggioranza ci siamo spesi molto su temi che la Città aspettava da tempo. Penso alla riqualificazione delle periferie con il progetto AxTO, penso alle ATP Finals che saranno a Torino dal 2021 al 2025, penso al MOI che attendeva da cinque anni, penso al risanamento di GTT per il trasporto pubblico, penso all’ambiente e all’innovazione per portare lavoro e industrie sul territorio. Ma preferisco concentrarmi sulle cose che ci sono ancora da fare, e sono tante. Ora, con il riconoscimento di Torino come Area di Crisi Industriale Complessa, presentata dal Ministro Di Maio, a Torino si aprono nuove opportunità per quella che è la sua principale esigenza: la crisi dell’industria e del lavoro. A Torino si produrrà la nuova 500 elettrica e, anche grazie all’impegno della Città, si creeranno le condizioni affinché nuove imprese - specie con vocazione all’innovazione - troveranno sul nostro territorio terreno fertile. Se riparte il lavoro riparte la Città. Non abbiamo dubbi.

Questa è la sua prima esperienza da amministratore di una città e fare il Sindaco non è sicuramente semplice. Quali ostacoli non si aspettava di dovere affrontare e quali cose l’hanno invece colpita positivamente?

Tra gli ostacoli senza dubbio ci sono i bilanci ereditati. Che il quadro fosse angusto era noto ma più si va avanti e più si scoprono difficoltà. E guardi, non sono tanto i bilanci in sé il problema quanto il fatto che questi mettano a rischio i servizi ai cittadini, che faticosamente continuiamo a garantire. È come essere su una Ferrari e viaggiare con il freno a mano tirato. Tra le cose che mi hanno colpita positivamente invece c’è stata quella che in realtà è stata una conferma: ovvero la proattività e l’amore per il territorio da parte dei cittadini, delle aziende e della maggioranza delle realtà che ne fanno parte. Ogni volta che le vicende raccontate sui giornali portano a vedere nero, apro la mail, leggo dei progetti e delle realtà che prendono vita a Torino e torna il sorriso. Pronti ad andare avanti più carichi di prima.

Marco Sonsini

Editoriale

"Se riparte il lavoro, riparte la città". È una delle affermazioni più importanti dell’intervista di PRIMOPIANOSCALAc alla Sindaca di Torino, Chiara Appendino. Colpisce in modo particolare quando si pensa che Torino è sempre stata una delle mete più ambite per trovare un lavoro, soprattutto da chi proveniva dal Sud d’Italia. A partire dal primo dopoguerra, Torino è al centro di un consistente flusso migratorio che, iniziato nei primi anni Cinquanta, raggiunge il suo apice nel periodo del miracolo economico proseguendo per tutti gli anni Settanta. Città dell’industria e capitale dell’auto, Torino esercita una forte capacità attrattiva, ben esemplificata da una filastrocca, molto diffusa tra i bambini pugliesi: "Torino, Torino, che bella città, si mangia, si beve e bene si sta!" Oggi, il tasso di disoccupazione a Torino è del 9,2%, il più alto di tutto il Piemonte, dato che si rispecchia perfettamente in quello che ci racconta la Sindaca: "con il riconoscimento di Torino come Area di Crisi Industriale Complessa, presentata dal Ministro Di Maio, a Torino si aprono nuove opportunità per quella che è la sua principale esigenza: la crisi dell’industria e del lavoro.". L’ottimismo, anche su argomenti indubbiamente difficili, è la sua cifra stilistica. Non un ottimismo cieco, ma basato su di un'interpretazione dei fatti oggettivamente positiva, realistica, costruttiva e intelligente. L’intervento ministeriale è uno di questi: il Ministero utilizzerà tutti i regimi di aiuto disponibili per investimenti produttivi, riqualificazione delle aree interessate, formazione del capitale umano, riconversione di aree industriali dismesse, recupero ambientale ed efficientamento energetico dei siti, e realizzazione di infrastrutture. Insomma, se ben spesi, questi aiuti potranno permettere alla Città di ripartire con il piede giusto. In questi anni di amministrazione Appendino c’è un fattore ricorrente, quasi un imperativo morale: ricucire, congiungere, non lacerare. Tentare, ad esempio, di ricomporre la frattura tra le due Torino: il centro e la periferia. Un esempio tangibile è AxTO, il piano di 45 milioni di euro per 235 interventi per le periferie avviato ormai due anni fa che è stato quasi completato. Con l’applicazione di un metodo molto pratico "priorità a piccoli interventi che potessero migliorare concretamente la vita quotidiana dei cittadini. Diffusi su tutto il territorio, dalle periferie al centro, per ricucire quella frattura nella Città che negli anni era diventata sempre più profonda". Non trattiene poi un guizzo di orgoglio per l’ultima lunga battaglia vinta: l’assegnazione delle ATP Finals, il torneo professionistico di tennis più importante dopo le quattro prove del Grande Slam, per il quinquennio 2021-2025, per le quali si stima una ricaduta di 500 milioni. Tutto questo avrà ripercussioni concrete sulla crescita e sul lavoro. Più volte ribadisce i tre pilastri della vittoriosa candidatura: "Ambiente e sostenibilità, ovvero vogliamo rendere questo evento sostenibile da tutti i punti di vista, dall'energia all'interno del palazzetto alla mobilità e quindi ai flussi del traffico. Poi innovazione: desideriamo offrire grazie alle nuove tecnologie nuove esperienze, sia a chi vivrà l'evento all'interno del PalaAlpitour sia a chi resterà fuori. E poi abbiamo Torino al centro di ogni discorso!". Infine la cultura, un altro pilastro del programma Appendino. Proprio a questo pilastro si ispira la copertina dell’intervista alla Sindaca Appendino, che mostra l’immagine della testa attribuibile a Akhenaton (Amenophi IV) il faraone eretico (Nuovo Regno, epoca amarniana 1353-1334 a.C.) conservata nel Museo Egizio di Torino. Accanto alla magnifica scultura in pietra troviamo le parole del padre dell’egittologia, Jean- François Champoillon: "Le chemin vers Memphis et Thèbes passe par Turin!" (la strada per Menfi e Tebe passa per Torino). Altissimo riconoscimento del valore assoluto delle straordinarie collezioni del Museo Egizio. Chi non ci è già stato, faccia presto ammenda.

Mariella Palazzolo

Chiara Appendino

Chiara Appendino è la Sindaca di Torino e della città Metropolitana dal 30 giugno 2016. Si avvicina alla politica mostrando interesse verso Sinistra Ecologia Libertà di Niki Vendola. Nel 2012 aderisce al Movimento 5 Stelle: la vulgata racconta che alla vigilia del Natale 2010 passeggiasse in compagnia del futuro marito, a Porta Palazzo, quando si fermò al gazebo del M5S dove si teneva una assemblea aperta. Nel silenzio generale, alcuni attivisti erano chini da una decina di minuti su un grosso libro. Era il bilancio del Comune di Torino. "Se volete vi dò una mano..." disse. Cominciò così, quasi per caso. Offrì quindi al Movimento la sua competenza. La sindaca Appendino infatti ha studiato alla Bocconi, dove si è laureata in finanza aziendale con una tesi su Gestione dei costi in una società di calcio: la valutazione del parco giocatori, omaggio alla sua grande passione. Fino ai 25 anni ha giocato a pallone, nel ruolo di terzino. Da settembre 2007 a gennaio 2010 ha lavorato come controller per la Juventus, dove contribuisce a redigere il bilancio dell’unica stagione in serie B, e dal 1º gennaio 2010 ha lavorato come responsabile amministrazione, finanza e controllo presso l’impresa del marito. Alle elezioni amministrative di Torino del 2011 viene eletta consigliera comunale per il Movimento 5 Stelle raccogliendo 623 preferenze. L'8 novembre 2015 annuncia ufficialmente la candidatura a sindaco di Torino per le elezioni amministrative del 2016. Al primo turno ottiene il 30,92% dei voti accedendo al ballottaggio. Il 19 giugno 2016 viene eletta sindaco di Torino raccogliendo al secondo turno delle amministrative il 54,56% dei consensi, battendo il sindaco uscente Piero Fassino (45,44% dei voti). I punti cardine del suo programma, sul quale ha lavorato con 17 gruppi di lavoro, erano l’urbanistica, la riorganizzazione della macchina comunale, l’ambiente con particolare interesse per la mobilità sostenibile, la cultura, partecipazione e trasparenza.

L’ultimo successo della Sindaca è quello di essere riuscita a far aggiudicare a Torino, dal 2021 al 2025, le Atp Finals, il torneo professionistico di tennis più importante dopo le quattro prove del Grande Slam.

Nasce a Moncalieri 35 anni fa, è sposata con Marco Lovatelli, imprenditore torinese, con il quale ha una figlia, di nome Sara. Appassionata di Risiko, che "aiuta a capire ed allena la mente".

Marco Sonsini