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Telosaes.it

Il Blog di Telos

30
Ago, 2016

Il transumanesimo: Superman non abita più qui

Se proprio volessimo strafare lo scriveremmo >H o H+ o H-plus. È il transumanesimo, il movimento culturale che vede nelle scoperte scientifiche e nella tecnologia un mezzo per espandere le nostre capacità fisiche e cognitive. Ma non basta: vuole così sconfiggere le malattie, allontanare l'invecchiamento fino a raggiungere una trasformazione post-umana. Una delle tracce dell'esame di italiano nell'ambito della maturità 2014 riguardava proprio il transumanesimo. In Italia i transumanisti hanno anche la loro bella associazione con il loro bel manifesto. E il loro sito. Da visitare.

Eppure una ricerca pubblicata nei giorni scorsi dal Pew Research Center di Washington ha scoperto che, nonostante negli ultimi anni qualsiasi apparecchio o gadget tecnologico, dal Fitbit in su, che riguardasse salute o fitness abbia avuto un successo planetario, c'è un limite che non siamo pronti a superare nella corsa verso il superuomo. Le risposte date ai ricercatori del Pew, che hanno fatto nelle loro domande un preciso riferimento a chip impiantati nel corpo, a sangue sintetico o all'ingegneria genetica, non sono state entusiaste. Il 70% degli Americani si sono dichiarati preoccupati delle possibili conseguenze di impianti di chip nel cervello per migliorare l'abilità cognitiva. Eppure sono stati messi a conoscenza del fatto che questi impianti sono già in uso, ed hanno permesso ad alcuni pazienti di recuperare la funzionalità di arti paralizzati. La ricerca, che fa parte di un ampio studio sugli aspetti etici e sociali della tecnologia biomedicale, ha coinvolto ben 4700 intervistati.

Il 63% ha espresso preoccupazione per lo sviluppo di sangue sintetico, nonostante le conseguenze della carenza endemica di donatori, potrebbe essere così superata. Non parliamo poi dell'ingegneria genetica! Qui da preoccupazione si è passati a orrore o perlomeno sdegno. "Se questa cosa comincia a sembrare una cosa alla Hitler, [creare] un esemplare perfetto di uomo o donna - ha detto un intervistato di Atlanta - allora si comincerà a trattare molto male quelli di noi con più problemi".

Uno dei fattori che influenza in modo determinante l'opinione delle persone su questo tipo di impiego della tecnologia è il sentimento religioso. Più del 60% di coloro che si sono dichiarati molto religiosi hanno affermato che alcuni limiti non devono essere superati, mentre tra i meno religiosi, la percentuale si è fermata al 36%. Ma tra i credenti è emerso un dibattito tra chi vede in questo progresso tecnologico un dono di Dio e quelli che invece lo definiscono 'giocare a fare Dio'. Alla creazione di una 'super razza' la risposta negativa è stata davvero molto alta, ma se si dovesse trattare di aiutare le persone svantaggiate a raggiungere il livello dei più fortunati, allora è emersa una maggiore apertura. A esempio il 54% degli intervistati ha risposto che è giusto mettere l'ingegneria genetica al servizio di un bimbo con problemi di salute per permettergli di stare bene come i suoi coetanei. Ma la stessa percentuale non condivide che la biotecnologia sia usata per fare in modo che le persone siano 'più in salute di quanto non si possa stare oggi'. Nonostante tutte le perplessità, alla fine però è venuta fuori una sorta di rassegnazione sul fatto che, prima o poi, queste tecnologie saranno effettivamente impiegate. Più della metà degli intervistati pensa infatti che entro 50 anni al massimo tutto ciò sarà una realtà.

Il transumanesimo: Superman non abita più qui